Maschile Plurale

Follow Us

  • Facebook
  • Twitter
  • YouTube
Maschile Plurale
  • Home
  • Cos’è Maschile Plurale
  • Cosa fare per contattarci
  • Nuova Associazione
  • Contributi pubblici 2020-21

IQDV#12 – Raccontarsi a scuola fa paura?

  • EDUCARE ALLE DIFFERENZE
  • QUADERNI DEL VENERDI'
  • TRASFORMAZIONE - GRUPPO FORMAZIONE E DIDATTICA

 

VIOLENZA. DACCI UN TAGLIO
Manifesto prodotto da una classe di Orvieto all’interno del progetto “La scuola fa la differenza”

 

Raccontarsi a scuola fa paura?

di Gianluca Ricciato

 

Oggi per me è finito un anno di interventi, laboratori e progetti scolastici nell’educazione alle differenze di genere, come la chiamiamo oggi, più o meno. Lo stesso anno in cui sono spuntati messaggi intimidatori, whatsapp allarmanti, manifesti in strada contro la vendita di bambini alle coppie gay e processioni in piazza per difendersi dalla teoria del gender, come la chiama oggi qualcun altro.

Faccio l’educatore nelle scuole da dieci anni, soprattutto sui temi della sostenibilità ambientale e delle differenze di genere, e se c’è un motivo per cui ho iniziato a fare questo lavoro è perché volevo cercare di stare nella scuola, nella formazione e nell’educazione senza imporre pensieri e idee in modo autoritario, qualunque siano queste idee. Non ho mai pensato di voler cambiare il mondo così, mi bastava e mi basta pensare di essere riuscito a volte a creare spazi di libertà e di benessere dove bambine/i e ragazze/i abbiano potuto raccontarsi ed esprimersi nel modo più libero e costruttivo possibile.

L’esatto contrario di quello che in alcuni casi ho subito io nella mia educazione scolastica, dove ad esempio un insegnante di letteratura con un’ideologia cattolica fondamentalista abbassava i miei voti ai compiti di italiano in modo inversamente proporzionale rispetto alla crescita della mia cultura e della mia libertà di espressione. Dove era un problema la presenza del mio io narrante nella mia scrittura, che invece in quegli anni stava iniziando la sua fuga a gambe levate dalle nozioni incrostate che cercavano di darci lui e quelli come lui. Così come la forma delle mie parole si liberava dall’ampollosità delle punteggiature imposte per legge e non dettate dalle pause dei miei pensieri.

Creare spazi di racconto e di libertà, affrontando i temi delle relazioni con le e gli adolescenti, presuppone per me che si esca dalla modalità di insegnamento unidirezionale e nozionistica: per questo motivo, se non ce ne fossero migliaia di altri, non ha senso l’accusa sentita in questi mesi di voler indottrinare le giovani menti con i nuovi paradigmi “gender”.

La differenza non sta negli stereotipi di genere. Noi non andiamo in classe ad imporre altri stereotipi rispetto a quelli dati della “famiglia naturale tradizionale”. La differenza sta soprattutto nel metodo: per invitare ragazzi e ragazze a raccontarsi, ad uscire fuori da un parlare che assomiglia a un tentativo di indovinare quello che devono dire, per allontanare i loro discorsi scolastici preimpostati – i  “prati sempre verdi” e le “vite sempre belle” (a parole)[1] mentre intorno si configurano disastri personali e planetari – ci vuole più fatica rispetto a chi sale sull’altare del sapere e propina loro verità dogmatiche e oggettive.

Ci vogliono un’attenzione e un lavoro di messa in gioco, ci vogliono l’arte, il teatro, i gruppi di lavoro, i laboratori sulle relazioni, lo spazio per le emozioni, ci vogliono i giochi e il camminare, ci vogliono le risate e a volte ci vuole anche la tristezza, e ci vogliono setting destrutturati dove si smette di guardare la nuca del compagno davanti. [2]

Ci vuole un sapere che non sia più in conflitto con il desiderio di chiunque, che non elimini la differenza storica tra uomini e donne e non limiti la ricerca della felicità e della libertà, anche e soprattutto quando questa ricerca è più difficile a causa dei condizionamenti sociali  e culturali.

Indicare, come educatore maschio, forme di mascolinità non sessiste che si liberino dai modelli patriarcali e dalla divisione dei ruoli, significa mettersi in gioco insieme a loro, insieme ai loro vissuti di maschi e di femmine: non servirebbe, a questo scopo, fare lezioncine edificanti. Serve partire da sè e non barare, serve onestà e sincerità, per quanto ne siamo capaci: “educare significa essere implicati in un agire pratico ad alto tasso di problematicità”[3].

Questo è il vero motivo degli attacchi per me, ed è per questo che me li aspettavo: creare spazi di libertà, di narrazione, di emersione del vissuto, di condivisione libera della parola, significa indicare una strada che non è quella del cittadino depresso e schiavo facilmente domabile (dai media, dal capitalismo e dai dogmatismi). È la strada della libertà: uno spiraglio di ossigeno in mezzo all’asfissia, che se diventerà o meno aria pulita dipenderà da loro.

Questo è quello che tentiamo di fare, non cambiare il mondo: è un lavoro che è anche un impegno di miglioramento sociale e civile e di crescita culturale, e sarebbe il minimo sindacale poterlo fare. Non dico con continuità, ma almeno senza essere attaccati dal fanatismo. Che già ci sono i nostri dubbi personali, le nostre emozioni, i nostri problemi adolescenziali che tornano a galla e i nostri vissuti imperfetti, ad aumentare la fatica di parlare di relazioni e di emozioni con ragazze e ragazzi.

Però è vero…il bello è anche questo.

***

[1] Ho preso questi esempi dal libro di Luisa Muraro Maglia o uncinetto. Racconto linguistico-politico dell’inimicizia tra metafora e metonimia (Feltrinelli, Mi 1981), libro su cui ho fatto la mia tesi in Filosofia e le cui narrazioni riguardanti le esperienze educative nelle scuole rimangono secondo me tra le cose più interessanti, più innovative e meno comprese di questo testo. Cfr qui

[2] Confronta su questo tanta pedagogia sull’educazione alla sostenibilità, ma questo esempio in particolare è di Giovanni Borgarello, uno tra i massimi esponenti dell’educazione ambientale italiana: “La disposizione dei banchi e delle sedie nelle aule durante le lezioni è di fondamentale importanza. Non deve essere la nuca del compagno il ricordo principale che il ragazzo porterà a casa. Invito implicito al dialogo orizzontale, per intenderci…”, cfr qui, pag. 36

[3] Luigina Mortari, Apprendere dall’esperienza. Il pensare riflessivo nella formazione, Carocci (Bo 2003), pag. 9

educare alle differenze educazione teoria del gender
Maschile Plurale11/12/2015

Post navigation

Comunicato D.i.Re. – Il Pronto Soccorso si trasforma in trappola per le donne maltrattate → ← Un report da “educare alle differenze 2”

3 thoughts on “IQDV#12 – Raccontarsi a scuola fa paura?”

  1. mario ha detto:
    13/12/2015 alle 12:18

    Ciao Gianluca , buona giornata.
    Come mi piace e mi è caro il tuo intervento!.
    Grazie. Mi sono commosso per via del fatto che dire (nel limite del possibile) chi sei e cosa fai , quale è il tuo desiderio ed il tuo sogno, come vuoi stare nelle relazioni è un dono prezioso che fai alla vita.
    Anche agli uomini di Mpl …
    Un abbraccio affettuoso,
    mario

    Rispondi
  2. Gianluca ha detto:
    16/12/2015 alle 17:25

    Grazie Mario! 🙂
    un abbraccio a te, a presto
    Gianluca

    Rispondi
  3. Pingback: Raccontarsi a scuola fa paura? | fiabeatroci

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Solve : *
14 × 10 =


Related Posts

Mettersi nei panni delle vittime di violenza. Il Progetto Insieme

Condividiamo il video-documentario realizzato nell'ambito del Progetto Insieme relativo al laboratorio teatrale “Le spose di BB” realizzato da svoltosi ad Andria nel 2018 coinvolgendo un gruppo di uomini che si proposero per affrontare l'argomento della violenza di genere, mettendosi nei panni delle donne vittime di femminicidio

IQDV#52 – D’improvviso, un gatto rosso

Un quaderno speciale, come storicamente lo è ogni "quaderno del venerdì santo". Una storia in forma di racconto breve, scritta da una giovane donna

Proposte educative per rendere impensabile la violenza maschile sulle donne

Questa rinnovata competenza pedagogica punta a rendere inviolabili le menti delle donne, come primo passo imprescindibile perché possano affermare l’inviolabilità dei loro corpi. Nella relazione educativa occorre, perciò, sostenere e rafforzare nelle alunne il senso di sé, del proprio valore, la consapevolezza che nessuna ferita può intaccarlo e la coscienza che è possibile agire forza e libertà, anche la libertà di rifiutare relazioni violente, non scambiando la violenza per amore

#IQDV51 – Se gli uomini si parlano

Ma se incontri il bosco o l’alpeggio o il mare, persino il deserto che è quel luogo vuoto dell’anima che induce all’incontro con se stessi e alla meditazione, ecco, lì ti ci senti bene. E voi cari uomini del mio gruppo siete il mio bosco, il mio alpeggio, il mio mare e il mio deserto.

Articoli recenti

  • Child Policy
  • RIFLESSIONI SUL MASCHILE. RICONOSCERE LA VIOLENZA PER TRASFORMARE LE RELAZIONI. Presentazione di MIR – Centro Regionale per il contrasto della violenza maschile
  • Eros Emozioni Vita – Convegno Virtuale Internazionale dal 4 al 9 aprile 2022
  • Dal mito a oggi: come, quando e perché fermare Apollo
  • Mappa dei gruppi e iniziative intorno al 25 novembre 2021

Commenti recenti

  • Maschile Plurale su Gruppo Uomini Monza-Brianza
  • Domenico su Contatti Associazione e Rete
  • Marco Galletti su Gruppo Uomini Monza-Brianza
  • Maschile Plurale su Contatti Associazione e Rete
  • Maschile Plurale su Contatti Associazione e Rete

Categorie

  • APPELLI E TESTI COLLETTIVI
  • ARGOMENTI
    • EDUCARE ALLE DIFFERENZE
      • LA DIFFERENZA SIAMO NOI
      • TRASFORMAZIONE – GRUPPO FORMAZIONE E DIDATTICA
    • LGBTQ
      • I NOSTRI PRIDE
    • PATERNITA'
    • POLITICA E GENERE
    • PROSTITUZIONE E TRATTA
    • VIOLENZA MASCHILE CONTRO LE DONNE
      • #Saranonsarà
      • CI RIGUARDA
      • COLONIA
  • ASSOCIAZIONE
  • CAM FERRARA
  • INIZIATIVE
    • INCONTRI DELLA RETE
    • INIZIATIVE PUBBLICHE
    • PRIMADELLAVIOLENZA
    • PROGETTI
  • LA RETE DEGLI UOMINI
    • BARI
      • UOMINI IN GIOCO – BARI
    • BRIANZA
      • GRUPPO UOMINI MONZA-BRIANZA
    • CERCHIO DEGLI UOMINI – TORINO
    • GRUPPO MASCHILE PLURALE – BOLOGNA
    • LIVORNO
      • LUI – LIVORNO UOMINI INSIEME
    • MILANO
      • CERCHIO DEGLI UOMINI – MILANO
    • PALERMO
    • PARMA
    • PINEROLO (TO)
      • UOMINI IN CAMMINO – PINEROLO
    • PISA
      • NUOVO MASCHILE – PISA
    • ROMA
      • GRUPPO MASCHILE PLURALE – ROMA (chiuso)
    • VERONA
      • GRUPPO UOMINI VERONA
    • VIAREGGIO
      • GUV – GRUPPO UOMINI VIAREGGIO
  • LIBRI
    • 2009
    • 2012
    • 2013
    • 2014
    • 2015
    • 2016
    • 2018
    • 2019
    • 2021
  • LUCCA
  • NOI NO
  • QUADERNI DEL VENERDI'
  • Senza categoria

MASCHILE PLURALE

  • Home
  • Cos’è Maschile Plurale
  • Cosa fare per contattarci
  • Nuova Associazione
  • Contributi pubblici 2020-21

PROGETTI AMICI

  • CENTRI E SERVIZI PER UOMINI AUTORI DI VIOLENZA
  • CAM FERRARA
  • MASCHIO PER OBBLIGO
  • NOI NO
Powered by WordPress | theme Diamond