Ripensare la violenza di genere nel contesto di una società multiculturale e dei processi migratori
ARCHIVIO EVENTI20/05/2024Mercoledì 22 maggio, 2024 9.30 – 17.30
Roma Largo dello Scautismo, 1
Mercoledì 22 maggio, 2024 9.30 – 17.30
Roma Largo dello Scautismo, 1
Daly Mary, filosofa femminista, lo aveva raccomandato più volte: occorre connettere le questioni per dare conto dell’estensione, della pervasività e della capillarità del dominio maschile. Pierre Bourdieu, da par suo, ha rinforzato: le interconnessioni sono fondamentali per aprire gli occhi sul dominio maschile, che si serve della dissimulazione e della dissociazione come suoi punti di forza.
Adriana Sbrogiò insieme ad altre donne – tra cui Marisa Trevisan – diede vita negli anni novanta ad un’epica aggregazione politica, che recitava, già nel nome, un programma ambizioso e insieme una profezia: Identità e differenza; un’associazione di femministe coscienti della fecondità di un dialogo con uomini, con quelli che avevano recepito che il femminismo non era un movimento contro di loro, ma piuttosto una risorsa anche per loro, una promessa di incremento di soggettività e umanità.
Solo un breve appunto ma spero non irrilevante. È sullo stupro bellico. Vorrei dire “a fini bellici”, ma non sono sicuro che sia un’espressione giusta, dato che lo stupro non viene solo usato come arma contro il nemico, dunque come mezzo per umiliarlo, mortificarlo, sfregiarlo, annientarne la basilare umanità identificata nel corpo femminile, ma talvolta pare sia esso stesso il fine dell’azione, il culmine simbolico e non simbolico della violenza, persino più dell’assassinio.
Tutti i video della giornata del 6 aprile 2024 a Roma
E’ online la prima “Mappa delle risorse di sostegno per i padri”, che contiene informazioni sui diversi gruppi di sostegno ai padri/partner presenti sul territorio italiano
Nei mesi scorsi ho scritto questi appunti sul rapporto tra maschilità e guerra. Ora il testo è pubblicato nella rivista del gruppo femminista Diotima, che ringrazio di avermi ospitato. Nel frattempo, dopo l’Ucraina è esplosa la tragedia di Israele, con l’attentato terroristico di Hamas, e della Palestina con i bombardamenti su Gaza e le violenze in Cisgiordania. Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha suscitato una enorme reazione e l’apertura di una discussione sulle sopravvivenze patriarcali nella nostra società e nel mondo che mi sembra confermare la tesi di una continuità tra la violenza maschile contro le donne e la violenza bellica. Mi auguro che l’avvio, finalmente, di una riflessione approfondita tra noi maschi ci aiuti a superare la violenza personale così come la passione per la guerra e l’idea che possa esistere una guerra “giusta”.