Ott 2006 “Una differente civilta’ maschile.
L’appello di uomini: ‘La violenza contro le donne ci riguarda‘ “
di Tiziana Plebani
da La Domenica della nonviolenza – Supplemento domenicale de “La nonviolenza e’ in cammino” – Numero 95 del 15 ottobre 2006*
Ho organizzato questo incontro perché sono rimasta molto colpita nel leggere l’appello di questi uomini [“La violenza contro le donne ci riguarda” – ndr]. Colpita e sollevata, come se improvvisamente un peso enorme venisse sollevato dalle mie spalle, dalle spalle delle donne. Era cio’ che attendevamo da tempo.
Qualche anno fa in un saggio per Donne disarmanti, il volume curato da Monica Lanfranco e Maria G. Di Rienzo, scrivendo di “corpi di pace e corpi di guerra”, ribadivo che le donne non sono pacifiste o nonviolente per natura ma che il movimento politico delle donne aveva scelto di lavorare sul simbolico, sugli apparati di decodificazione e rappresentazione della realta’ presenti all’interno di noi stessi. E annotavo: “Uomini e donne su questo piano hanno cose diverse da esplorare, da indagare a partire dalla relazione del corpo con le dinamiche aggressive e violente che coinvolgono
l’uso del corpo, il modo di percepire piacere. Possiamo iniziare a domandarci, ad esempio, quanto l’accettazione o meno dello scenario della guerra dipenda dalle caratteristiche dell’immaginario maschile, quanto il desiderio ancora pulsa col contatto con le armi, con lo scontro diretto, con
il dominio su corpi inermi? Si tratta di un un nodo simbolico centrale di cui non si parla, di cui poco, pochissimo, la ‘differenza’ maschile parla e si interroga a partire dalle proprie strutture simboliche e dalla propria sessualita’”.
Ecco invece che questi uomini rompono finalmente il mutismo su se stessi, questa omerta’ pesante che ricadeva sulle nostre spalle. E non lo fanno dal piedistallo del singolo pensatore, del filosofo o attraverso la competenza sociologica, rompono il silenzio a partire dal loro coinvolgimento diretto e
cio’ che e’ ancora piu’ nuovo e importante e’ che lo fanno attraverso un atto pubblico.
Mettersi dentro questa scena (la scena della violenza sessuale), dire “io c’entro” e’ un atto straordinario di assunzione di responsabilita’ da parte di uomini che non sono certo stupratori ma che sanno vedere, certamente con sofferenza e grande coraggio, la relazione esistente tra la sessualita’ maschile e la violenza, tra il corpo come strumento di potere e sottomissione su altre/i e il godimento.
Non hanno fatto spicciola o grande sociologia questi uomini: hanno parlato della paura per la liberta’ femminile; non hanno allontanato da loro stessi questa terribile scena dello stupro, hanno accettato di inserirla nell’orizzonte maschile, nominandola. Certo questo appello non e’ in grado di fermare la violenza sulle donne ma il lavoro iniziato da questi uomini, che spero coinvolga molti e molti altri, instaura un percorso diverso, un lavoro sul simbolico e sui linguaggi del corpo. E auguriamoci che conduca presto, per il bene di tutti, alla separazione del godimento dalla violenza su altre e altri, e alla liberazione dell’eros.
* La nonviolenza e’ in cammino è il foglio quotidiano di approfondimento del Centro di ricerca per la pace di Viterbo. Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 – Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: [email protected].
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Così presenta l’articolo di Tiziana Plebani
[Ringraziamo di cuore Tiziana Plebani (per contatti: [email protected]) per averci messo a disposizione la traccia della sua presentazione dell’incontro sul tema “Una differente civilta’ maschile. L’appello di uomini: ‘La violenza contro le donne ci riguarda’” svoltosi in occasione del Salone dell’editoria di pace 2006, a Venezia, sabato 7 ottobre; incontro cui anno partecipato con Tiziana Plebani, Marco Cazzaniga e Adriana Sbrogio’ (associazione culturale “Identita’ e differenza” di Spinea)…]
Naturalmente la ringraziamo anche noi di Maschileplurale
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