– 27 ottobre 2023 –
Siamo uomini di diverse generazioni e con diverse storie che nella rete e nell’associazione Maschile plurale cercano un diverso modo di vivere la maschilità, fuori dagli stereotipi del patriarcato e del maschilismo.
Sentiamo il bisogno, nel giorno in cui tante persone, laiche e religiose, si attivano nel nome della pace, di prendere la parola e di agire di fronte agli orrori di un mondo che rischia di scivolare verso guerre sempre più violente, distruttive, atroci. Se non verso un nuovo conflitto mondiale e l’uso delle armi nucleari.
Nessuna ragione può fare accettare il terrorismo contro civili inermi, come è avvenuto con il massacro compiuto da Hamas contro cittadini cittadine giovani anziani israeliani, e nemmeno una “vendetta” che colpisce migliaia di civili palestinesi altrettanto inermi.
La violenza bellica che nella realtà contemporanea, già dalla prima, e ancor più nella seconda guerra mondiale e in tutti i conflitti successivi colpisce indiscriminatamente la popolazione civile per noi va rifiutata categoricamente. Aumenta le sofferenze e il dolore, aumenta l’odio e impedisce la convivenza civile.
Leggiamo nella violenza bellica anche una specifica responsabilità della cultura maschile e patriarcale che cerchiamo di superare, prima di tutto nei nostri sentimenti e nelle nostre relazioni.
Le guerre le abbiamo sempre decise e fatte noi maschi. E ci sembra che così continui a succedere, pure se oggi in nome della parità anche alcune donne vogliono essere negli eserciti e in organizzazioni armate.
Condividiamo quindi gli appelli alla pace e al raggiungimento di una convivenza pacifica tra Israele e Palestina. Siamo vicini a tutte le persone che soffrono e hanno sofferto per la perdita dei propri cari, a quelle che aspettano la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas come a chi cerca riparo dalle bombe e dai piani folli di una vendetta spietata e indiscriminata che rischia di fare esplodere il conflitto in tutto il Medioriente e in Europa.
Siamo vicini alle donne, agli uomini, alle organizzazioni israeliane e palestinesi che da anni sono impegnate per la convivenza dei loro popoli, per una pace giusta e contro i crimini, le illegalità e le violazioni dei diritti umani commesse in nome della sicurezza di Israele o della libertà del popolo palestinese.
Israele deve poter vivere in pace, senza minacce dai vicini del mondo arabo e musulmano, e per questo è necessario che anche al popolo palestinese venga finalmente riconosciuto e garantito il diritto di esistere in pace e libertà, di tornare a vivere e lavorare senza violenze e discriminazioni nelle proprie terre, nelle proprie case e nelle strade delle proprie città.
Sappiamo che ogni atto di guerra, di terrorismo o di vendetta ci fa fare un passo ulteriore verso il baratro dell’autodistruzione.
Chiediamo che si depongano le armi e riparta il dialogo, che si dia ascolto a quanti soffrono da ogni parte che si arrivi prima possibile alla fine dell’occupazione militare dei territori palestinesi. Ma vogliamo anche parlare dell’impotenza e dello sgomento che viviamo ad assistere a quello che succede e al pensiero di quello che potrebbe accadere nelle prossime ore, settimane, mesi.
Già nei mesi scorsi abbiamo provato a parlare di questo tra di noi discutendo del conflitto in Ucraina, della matrice maschile della violenza bellica, oltre che della violenza di genere, e lo abbiamo raccontato in un testo che abbiamo reso pubblico. Vogliamo rilanciare questa discussione con tutti, tutte e tutt* coloro che la ritengono importante. ( qui il testo: https://maschileplurale.it/maschi-e-guerra/)
Con questo spirito condiviso ognuno di noi con le propria sensibilità prenderà parte alle diverse manifestazioni convocate nei prossimi giorni. Saremo in piazza dalla parte della pace, del dialogo, pronti e interessati al confronto con opinioni diverse, mettendo in discussione noi stessi come tutte le logiche, le mistiche e le retoriche che alimentano l’odio e la vendetta da chiunque provengano. Vogliamo fare arrivare forte e chiaro a chi in questo momento soffre e vive nel terrore la nostra vicinanza e commozione, il nostro incoraggiamento a non lasciarsi andare alla rabbia cieca e alla disperazione, il nostro appello a ritrovare e a riconoscere quelle ragioni, e quelle emozioni che possano aiutare a condurre la situazione verso la fine delle ostilità e verso una nuova era di pace e convivenza.
Stefano Ciccone, Nino De Giosa, Alessandro Guerriero, Alberto Leiss, Jones Mannino, Filippo Rea, Mattia Scorzini, Massimiliano Sfregola (del gruppo romano Maschile in gioco)