Honoré Daumier Une cause criminelle
Giu 2012
“PAS. La sindrome inesistente che vuole esistere per legge”
di Gabriele Lenzi, già pubblicata come nota su facebook
La PAS è una falsa sindrome infantile, priva di riconoscimento medico e psichiatrico. In Italia non è ancora molto diffuso il suo utilizzo nei tribunali dai CTU e nelle perizie di parte ma in questi giorni alcune proposte di legge, presentate da associazioni di padri a cui è stato tolto l’affidamento dei figli, mirano a legittimarla definitivamente. Come se, faccio per dire, una presunta “malattia” non esistesse secondo la medicina, ma qualcuno volesse imporre attraverso una legge che i medici possano attestare che tu, quella “malattia”, ce l’hai. Già per questo, il percorso della PAS dovrebbe destare qualche sospetto.
La PAS è stata inventata da uno psichiatra americano, Richard Gardner, che tra l’altro nei suoi scritti (pubblicati dalla propria casa editrice) diffondeva teorie sulla legittimità della pedofilia; negli Stati Uniti è stata demolita dalla comunità psichiatrica e medica, ma è stata molto usata nei tribunali. L’utilizzo nei tribunali è stato respinto invece in Spagna, Regno Unito e attualmente anche in Canada. L’unico paese che abbia una legge che ne permetta l’utilizzo in sede di separazione è il Brasile. Ma quali sono il suo contenuto e il suo utilizzo? PAS sta per sindrome da alienazione genitoriale (“parental” in originale). Si presenta con una facciata apparentemente accettabile: il riferimento generale ai “genitori”, l’etichetta scientifica “sindrome”, l’apparente tutela dei bambini. In realtà, fa un lavoro sporchissimo. La PAS è stata creata ad hoc per impedire di fatto che un giudice possa valutare autonomamente se ci sia un genitore abusante, quale sia dei due, o se il bambino o la bambina abbia subito dei traumi da determinate situazioni familiari per poter decidere di conseguenza l’affido in seguito a una separazione.
Infatti, la PAS raccoglie i reali sintomi da stress post-traumatico che i bambini e le bambine riportano in questi casi, o i loro comportamenti ostili verso un genitore (che hanno cause molteplici dipendenti dall’età e da vicende complesse legate al caso specifico) e li attribuisce alla manipolazione di uno dei genitori. Quale? Ovviamente, visto che il figlio sarebbe manipolato, cioè messo contro un genitore dall’altro, per scoprire qual è il genitore manipolatore basta capire quale genitore il bambino non voglia vedere. Ecco, il responsabile del trauma sarà quindi l’altro. Sembra una barzelletta ma è una tragedia. Questo significa che grazie alla PAS i casi molto numerosi di padri violenti all’interno delle mura domestiche rischiano di diventare altrettanti affidatari dei loro figli nelle cause di separazione proprio perché il bambino che voglia allontanarsi da loro diventa, in questa logica alla rovescia, la prova del comportamento manipolatorio della madre.
La manipolazione da parte di un genitore può ovviamente esistere ed è già riconoscibile e punibile con altri strumenti. La PAS, invece, fa diverse cose gravissime: mette in dubbio le parole di un infante, spesso le uniche prove per dimostrare una violenza subita; rovescia l’accusa della madre in sospetto di una sua colpa, minando la presunzione di innocenza su cui la legge deve basarsi; introduce metodi non rigorosi di perizia; confonde ambiguamente diagnosi e sentenza. Ma ciò che più di tutto la rende un incubo è il fatto che sono pochissime le donne che denunciano la violenza domestica del compagno non appena questa avviene. Di conseguenza, una denuncia della violenza del marito da parte di una donna, tesa anche a provarne l’incapacità ad essere un buon genitore, se ormai impossibilitata a presentare referti medici potrebbe diventare paradossalmente l’argomento definitivo per l’affido dei figli all’abusante, perché in un contesto giuridico che si affidi alla PAS verrebbe letta come la prova dell’atteggiamento manipolatorio con cui la madre cerca di mettere in cattiva luce il padre agli occhi dei figli. I decreti legge sono in discussione, ma sorgono anche dure risposte di protesta. State all’erta.
Approfondimenti:
Sonia Vaccaro, Consuelo Barea “PAS. Presunta sindrome di alienazione genitoriale. Uno strumento che perpetua il maltrattamento e la violenza”, Firenze, ed.it, 2011.
Interventi di Andrea Mazzeo, “La sindrome di alienazione parentale (PAS) – Realtà clinica o argomento retorico?”; “La falsa malattia in Italia“; “La sindrome di alienazione genitoriale – Opinioni a confronto“.
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