Comunicato stampa
VITA COSENTINO
SCUOLA. SEMBRA IERI, È GIA’ DOMANI
L’autoriforma come trasformazione della vita pubblica
A cura di Marina Santini e Alessio Miceli
Moretti & Vitali editore, pagine 288, euro 18.00
collana Pensiero e pratiche di trasformazione
diretta da Annarosa Buttarelli
in libreria da giugno
La buona scuola siamo noi! Lo sosteneva pochi mesi fa gran parte del popolo della scuola, durante la discussione in parlamento della riforma Giannini. Uno slogan che – al di là delle contestazioni ai singoli punti – metteva in evidenza la frattura tra il corpo insegnante e le istituzioni. Un’incomprensione che viene da lontano, da anni in cui ogni governo si sentiva in obbligo di buttare all’aria la riforma fatta dal governo precedente, inseguendo in modo affannato la crisi di sistema che cominciava a profilarsi. E’ stato un susseguirsi di riforme decisamente poco amate, soprattutto quelle di Moratti e di Gelmini. Quest’ultima sempre secondo maestre e insegnanti ha dato il colpo di grazia all’eccellenza riconosciuta in tutta Europa della scuola elementare italiana, riportandola al maestro unico (che in realtà non è neutro, ma al 98 per cento fatto di maestre!).
Chi sono questi insegnanti, che giorno per giorno continuano a far funzionare il momento più importante e delicato della società, la formazione, e a presidiare il luogo privilegiato di incontro tra generazioni? Ora una di loro – ”comune” insegnante di scuola media nelle periferie milanesi, come si definisce Vita Cosentino dà voce alla storia sommersa degli insegnanti, nella grande maggioranza donne, che dagli anni Novanta hanno portato avanti quella che si è chiamata ”l’autoriforma della scuola”, con la convinzione che il sapere nasca dall’esperienza, dal rapporto vivo. E che il cambiamento della scuola deve partire da quello che c’è già e che funziona.
Un’autoriforma fatta di incontri personali e collettivi, di articoli, libri, convegni, film. Un percorso che ha scelto non la contrapposizione sterile, ma il sostegno alla ”buone pratiche” che chi insegna mette in atto con gli studenti e le studentesse. Perché – sostiene Vita Cosentino e con lei Marina Santini e Alessio Miceli che hanno curato il libro - «la crisi riguarda i linguaggi, l’approccio al sapere e le forme della sua trasmissione. Questo può suscitare smarrimento e tendenze nichiliste, ma può essere visto come un’occasione di cui approfittare per diventare insegnanti che sanno insegnare a giovani persone a cui piace imparare».
È con l’amore per il suo lavoro che l’autrice ripercorre questi anni, dando largo spazio ai contributi dei suoi compagni di viaggio - uomini e donne – in una sorta di autobiografia corale. Il filo rosso che la guida è la ”pedagogia della differenza”, nata dalla soggettività femminile e dalla sua indipendenza simbolica che si afferma con il pensiero della differenza sessuale. I punti di forza di questa proposta di autoriforma sono: autorizzarsi alle proprie esperienze soggettive, porre la relazione al centro dell’impegno didattico, capovolgere il rapporto tra razionalità ed emozione. Più cura per i rapporti reali con allievi e allieve e meno ossessione per tecnicismi, schede e test, insomma. Più spazio al desiderio, alla parola, anche al sogno e alla felicità… Richiamandosi alle tesi del sociologo francese Alain Touraine, secondo cui è entrata in crisi la visione tradizionale del sociale e viene avanti un mondo fatto di identità e soggettività culturali, l’autrice mostra che una nuova politica è possibile, e che può essere ancora appassionante.
Vita Cosentino è nata a Roma e vive a Sesto San Giovanni, dove ha insegnato per trentacinque anni nella scuola dell’obbligo. Ha curato Buone notizie dalla scuola (Pratiche, 1998) e Lingua bene comune (Città aperta, 2006). È coautrice del docufilm sulle maestre L’amore che non scordo (2008). Fa parte della Libreria delle donne di Milano e della redazione della rivista Via Dogana, ora on line.
Marina Santini vive a Milano e insegna nella scuola superiore. Ha scritto saggi di storia e articoli sull’esperienza didattica. Fa parte della Comunità di storia vivente e della redazione di Via Dogana.
Alessio Miceli vive a Milano e insegna nella scuola superiore. Interessato alle relazioni tra i sessi e le generazioni, partecipa alle associazioni Maschile Plurale e Officina e collabora con diverse realtà di movimento delle donne.
Info: [email protected]
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