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Mar 2008 “Immigrati e stupri : i dati contraddicono le strumentalizzazioni”, dell’Osservatorio legalita’ diritti

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Mar 2008 Immigrati e stupri: i dati contraddicono le strumentalizzazioni
dell’Osservatorio legalita’ diritti

Riprendiamo questo articolo dal sito dell’Osservatorio sulla legalita’ e sui diritti per ricordare quello che tutti sanno ma molti fano finta di non sapere.

La violenza contro le donne è  un dato strutturale (stupri e omicidi contro le donne sono diffusi in tutti i paesi, le culture, gli strati sociali, le religioni), la macchina da guerra dei media e dei politici sciacalli in campagna elettorale perenne la trasforma in un emergenza per ridurre la liberta di tutti e di tutte, inasprire pene, terrorizzare l’opinione pubblica, colpire gli immigrati.

Abbiamo sempre detto che più che illuminare le strade o sorvegliarle con le ronde, bisogna accendere le luci di casa, interrogarsi specialmente noi uomini, ma anche le donne, sulla qualità delle nostre relazioni, sull’autenticità dei nostri desideri, sulla colonizzazione del nostro immaginario, sul contatto che siamo in grado di avere e mantenere con le nostre emozioni, sulla nostra capacità di autonomia materiale, emotiva, relazionale, sul rapporto che abbiamo col nostro corpo e la nostra sessualità.

Solo così sara possibile vivere relazioni più ricche, soddisfacenti, libere e intense e liberarci dal flagello della violenza sessuata.

Mar 2008 “Uomini parliamo d’aborto senza suicidarci”, di S.Ciccone, C.Vedovati e A.Leiss

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Mar 2008 “Uomini parliamo d’aborto senza suicidarci”
di Stefano Ciccone, Claudio Vedovati, Alberto Leiss
pubblicato su Liberazione 11/04/2008, pgg 12-13

Lo scacco del non avere un corpo di donna può essere un punto di partenza. Se conduce alla percezione della parzialità maschile. Altrimenti, se significa solo impotenza e desiderio di sopraffazione dell’altra, diventa suicida. Il nodo profondo della paternità è in scena. Incarnato da Ferrara, interrogato dagli uomini (da Adriano Sofri a Maschileplurale) che dicono: Giuliano così non va!

La campagna di Giuliano Ferrara per la “moratoria” sull’aborto un merito lo ha avuto.

Ha funzionato come cartina di tornasole per la lettura degli umori maschili profondi in questo momento della nostra storia facendo emergere un forte risentimento, misto a paura, verso la libertà femminile in tanti maschi che hanno aderito entusiasticamente all’iniziativa del direttore del Foglio.

Mar 2008 “L’8 marzo e le donne della tratta”, dell’Ass. “Progetto: La Ragazza di Benin City”

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Mar 2008 “L’8 Marzo delle schiave – Cosa c’è da festeggiare?”
Comunicato dell Ass. “Progetto: La Ragazza di Benin City”

Le vittime della tratta giungono in Italia affrontando viaggi allucinanti nel deserto; molte muoiono in viaggio; altre sono fermate nei campi di concentramento libici finanziati dai vari governi italiani per fermare i migranti; di quelle che arrivano, in tre anni ne sono state assassinate 200; la loro storia è fatta di stupri e violenze quotidiane, aborti clandestini e figli sottratti alle madri dai servizi sociali o dai trafficanti che le ricattano, un debito da pagare ai trafficanti che esigono almeno 60 mila euro, fughe durante impietose retate della Polizia, la detenzione in carcere o nei CPT e il rimpatrio con famiglie che le respingono e autorità che le buttano in una galera, uscendo dalla quale non hanno altra alternativa che ricominciare il viaggio; e più cresce la disperazione, più queste ragazze si rassegnano a non ribellarsi alla mafia che le ha schiavizzate: spacciano droga, tacciono sul traffico di bambini e di organi, accettano che arrivino ragazze sempre più giovani (anche 12-14 anni e sono già buttate in strada) e diventano – infine – maman, cioè da vittime si trasformano in sfruttatrici.

Mar 2008 “Gli uomini e l’ 8 Marzo” di S.Ciccone e C.Vedovati

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Mar 2008 “Gli uomini e l’ 8 Marzo”
di Stefano Ciccone e Claudio Vedovati
Già pubblicato su Liberazione

Care amiche e compagne di liberazione e del forum delle donne di rifondazione,

il manifesto del forum per l’otto marzo ci intimava come uomini: “per una volta sta’ zitto!”, come se non fosse possibile altra parola maschile oltre quella finalizzata a limitare l’autonomia e la libertà delle donne. Ma anche i silenzi maschili sono parte di una lunga storia di discriminazioni e di oppressione.
Noi abbiamo sperimentato quanto l’eccesso di parola maschile – di medici, teologi, politici, giuristi, scienziati, moralisti – sia un silenzio degli uomini su se stessi, il silenzio di uomini che si nascondono dietro il ruolo di esperti e dietro astratte teorie sulla “Vita” per non mettersi in gioco. Un’invasione che è al tempo stesso una sottrazione maschile alla propria responsabilità e parzialità, come dice Angela Azzaro nel suo editoriale, sulle responsabilità degli uomini, sulla condizione maschile, sulle loro fortune che durano da millenni.

C’è anche un’altra parola, ancora molto limitata, che è quella degli uomini che scelgono  di fare un lavoro su noi stessi contro un sistema di dominio tra i sessi. Con questo non cerchiamo né un riconoscimento né una pacificazione dei rapporti tra i sessi. Vorremmo però cercare insieme una pratica di conflitto che non si da valore riducendo l’interlocutore ad un’immagine rassicurante e semplificata di alterità.

Gen 2008 “I ‘pezzi facili’ di Giuliano Ferrara” di A.Leiss

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Gen 2008 I “pezzi facili” di Giuliano Ferrara
di Alberto Leiss
da www.donnealtri.it

L’ultima delle ormai numerose versioni della “moratoria” sull’aborto inventata da Giuliano Ferrara, pubblicata sul Foglio di sabato 5 gennaio, si intitola “5 pezzi facili”, come il film di Bob Rafelson del 1970. Forse Ferrara è davvero perseguitato da un fantasma sessantottesco. In quel film il maschio in crisi Jack Nicholson seduceva una raffinata pianista bionda eseguendo un preludio di Chopin tecnicamente “facile” ma di grande bellezza sensuale. Lui era ben consapevole dell’ambiguità comunicativa che creava con quell’esecuzione.