Gen 2003 “Non ne possiamo più della violenza”
del Gruppo Uomini di Pinerolo
[alla vigilia della seconda guerra del Golfo n.d.r.]
Le cronache quotidiane dei mass media ne sono piene, anche se ci offrono solo i casi più eclatanti.
Ma non ne possiamo più che così tanti uomini continuino a violentare, stuprare, uccidere donne, bambine e bambini e altri uomini.
Questi uomini, che alimentano i conflitti interpersonali e la guerra tra i sessi con la presunzione e l’incapacità al dialogo, pianificando poi e realizzando anche stragi familiari come unica soluzione possibile, interpretano, a nostro avviso, la stessa logica che muove i gerarchi del mondo a creare, prima, le situazioni di conflitto e ad affrontarle, poi, con la violenza della loro prepotenza.
E’ così evidente la pretestuosità delle loro motivazioni che, a volte, lo scoraggiamento, l’impotenza, il dolore, ci sopraffanno e ci ammutoliscono.
Eppure come loro continuano imperterriti a perseguire strategie di morte, così noi dobbiamo resistere, sottrarre il nostro consenso e far crescere il dissenso verso queste modalità di vivere le relazioni politiche all’interno dei singoli Stati e a livello internazionale.
E’ la strategia propria della cultura patriarcale, che da alcuni millenni si impone con la paura e il dominio, con il dolore e la minaccia del dolore.