Ott 2011 “Contro gli stereotipi la rete è importante ma non basta“
di Laura Preite
pubblicato da La stampa il 24 Ott 2011
Tra workshop e dibattiti la mole si tinge di rosa
A Torino dal 28 al 30 ottobre arriva il “Feminist Blog Camp”
Usano la rete ma non si fanno usare da essa e da venerdì a domenica si riuniscono a Torino, al centro sociale Askatasuna per conoscersi e condividere pratiche ed esperienze sviluppate su internet, ma che nascono dai problemi di discriminazione di tutti i giorni. Sono le femministe 2.0 del Feminist Blog Camp, un centinaio delle quali si è già registrato per la tre giorni dedicata alle tecnologie e alle pratiche “antisessiste”, come spiega Enza Panebianco di Femminismo a sud, blog promotore della tre giorni insieme alle torinesi di Sguardi sui generis.
«L’idea ci è venuta durante l’Hack meeting di Firenze a cui alcune di noi hanno partecipato. Per noi è importante incontrarsi di persona per condividere esperienze e conoscenze. In quell’occasione abbiamo deciso di ampliare il tema del Fem Blog Camp, nato inizialmente come opportunità di condividere le conoscenze tecnologiche, su social network e blogging, ed estenderlo alle pratiche antisessiste. Ci occupiamo di comunicazione e combattiamo contro ogni forma di autoritarismo, cioè una costruzione culturale che rafforza gli stereotipi e i pregiudizi di genere. In rete se parli di scarpe con i tacchi a spillo va tutto bene, se invece, rivendichi diritti e non fai la simpatica, vieni insultata e attaccata. Molte di noi hanno subito cyberstalking e questo incontro serve anche a imparare come difendersi». Nato nel 2006 a Palermo, Femminismo a Sud è tra i cento blog più letti d’Italia con una media di 2500 utenti unici al giorno. Oggi vi collaborano 20 persone, tra donne e uomini.
«Sullo stupro – continua Panebianco – circolano ad esempio ancora false convinzioni: si pensa che le donne in fondo ci stiano, che lo stupratore sia una brava persona, che è solo l’immigrato che compie violenza, e si liquidano i delitti in famiglia come passionali. Noi facciamo informazione: seguiamo e diffondiamo l’azione dei centri antiviolenza, monitoriamo il numero delle vittime dei femminicidi, un lavoro che dovrebbe essere svolto dal Governo. Poi facciamo anche attività sul territorio: essere presenti sul web significa non lasciare agli altri la rappresentazione di ciò che facciamo e declinarlo con le nostre parole».
Diversi i seminari, divisi in “itinerari tematici” della tre giorni: dal workshop per imparare le regole della privacy e per riconoscere il cyberstalking, ad un “itinerario politico”, per condividere piattaforme e azioni di lotta comuni, fino alla discussione sulla possibilità di creare un portale che riunisca tutti i siti, dando maggiore visibilità ma mantenendo le specificità. Come anche i dati confermano, la presenza delle donne sul web è in costante aumenta: cresce l’uso di internet (+ 14% all’anno) e le donne in numero maggiore degli uomini usano Facebook (un’ora in più al mese, dati Audiweb Nielsen, giugno 2011).
Ma non c’è solo la teoria, e la solitudine del proprio pc. L’azione sul web diventa pratica quotidiana, per le ragazze di Sguardi sui generis che a Torino sono impegnate a contrastare la “delibera Ferrero” che introduce i “volontari per la vita” nei consultori familiari. Già bocciata dal Tar del Piemonte a luglio, è stata ripresentata dalla giunta regionale guidata da Roberto Cota. Poi ci sono le azioni insieme ai no Tav e la manifestazione del 15 ottobre a Roma: «Al Feminist Blog Camp analizzeremo l’uso politico della forza – spiega Valentine Braconcini -. Rifiutiamo la distinzione netta tra pacifismo e violenza. Per noi la delibera Ferrero è una violenza sui nostri corpi e noi non ci consideriamo violente quando con forza, occupando per esempio la sede del Pdl come è successo a febbraio, facciamo sentire la nostra voce».
Stessa azione in rete, ma con uno stile diverso, più poetico, quella di Giorgia Vezzoli: «Con la gravidanza sono diventata più sensibile al problema della discriminazione di genere e dell’immagine femminile sui media. Era il 2009 e in pieno “velinismo politico” ho deciso di aprire il blog Vita da streghe per far luce sul problema. Principalmente la nostra azione è coordinata con quella di altre blogger, come avviene nella campagna “Io non ci sto agli stereotipi” che usa un linguaggio poetico per contrastare quello volgare della rappresentazione della donna in tv. Non è una protesta dura, ma creativa. Più che darmi risposte mi pongo domande».
E non mancherà Lorella Zanardo che è riuscita, grazie alla rete, a far conoscere il suo documentario “Il corpo delle donne”, che ha dato il nome a un seguitissimo blog con 35mila fan su Facebook. Appena intervistata per la seconda volta dalla rete televisiva nazionale tedesca Zdf, continua il suo lavoro di incontro e formazione alle immagini con i ragazzi e le ragazze delle scuole italiane: «Andrò al Fem blog camp, insieme al coautore del Corpo delle donne Cesare Cantù, per offrire la nostra esperienza e raccontare come un documentario fatto in casa possa raggiungere quattro milioni di persone. La rete è un modo di attuare la democrazia, soprattutto in questo momento storico ma servono anche gli incontri fisici, senza, il mondo non si cambia».
Commenti recenti