Gianguido Palumbo dell’Ass. naz. Maschile Plurale, ci ha inviato un suo contributo alla riflessione sulle identità di genere e le forme della democrazia e della politica in vista delle prossime elezioni.
Politica, Democrazia, nuovi Partiti e nuove identità maschili
di Gianguido Palumbo
Roma 1 dicembre 2006 – in vista del 13-14 aprile 2008
Oggi si parla molto, non solo in Italia, di Quote Rosa, di maggiore protagonismo delle Donne nella società e nella Politica, nelle Istituzioni e nei Partiti. Sicuramente questo aspetto è molto importante in piena sintonia con le novità progressive che stanno avvenendo in quasi tutti i continenti, dove alcune donne che stanno conquistando grandi responsabilità.
Non basta e non è giusto limitarsi a «dare più spazio» alle Donne, a riconoscere sempre maggiori diritti e ruoli come fosse, e per adesso lo è, una Concessione degli Uomini e della Società attuale. Mentre Loro, le Donne, giustamente continuano ad impegnarsi per farsi riconoscere ruoli e diritti, Noi Uomini dobbiamo partecipare alla modificazione ed al miglioramento delle nostre società, delle nostre vite individuali e collettive, andando oltre i sensi di colpa, oltre le autocritiche dimesse, e sforzandoci di riscoprire una nuova maschilità, ridefinire nuove Identità Maschili, assieme alle Donne, agli Omosessuali, ai Bisessuali, ai Transessuali.
Noi maschi, noi uomini, noi ragazzi, siamo in crisi, e da tempo, lo sappiamo bene e ce lo confermano tutte le analisi serie in diverse parti del mondo. I nostri figli maschi, fin da bambini e poi adolescenti e poi giovani, non sanno cosa e come Essere e fanno molta fatica a crescere e maturare. La Politica in senso alto del termine è fatta anche e molto di relazioni dinamiche fra generi umani, non solo uomini e donne. Le identità sessuali dinamiche e le loro interrelazioni private e pubbliche influiscono molto sulle nostre stesse vite e sono l´essenza di ogni Cultura e Società. La democrazia, basata sulla libertà, il dialogo, il riconoscimento, la conoscenza, la decisione e il potere, ancora oggi in Italia e credo in Europa è cresciuta su una radice «maschile» di comportamenti e codici relazionali basati sull´Individualismo, il narcisismo, il solipsismo, la prevaricazione, la violenza, la possessività, l´incapacità di cooperazione.
La Democrazia deve rinnovarsi anche sulla base di Nuove Identità Maschili di una parte di coloro che la vivono e la esercitano. Una nuova identità maschile non può che nascere dalla comprensione delle mutazioni in atto, della liberazione di energie dinamiche che ci porteranno alla nascita e riconoscimento pubblico e perfino istituzionale di un numero di Generi Umani non più limitato alla sola binomia Maschile – Femminile. Solo attraverso questa coscienza dei mutamenti individuali e sociali noi uomini potremo creare, progressivamente, nuove figure, tipologie, identità maschili dinamiche, diverse dal passato. Diverse dai timbri esclusivi della «forza» , della «razionalità» , della «durezza» , del «potere» , del «possesso» , senza rinunciare a tutte queste componenti che peraltro appartengono sempre più anche alle Donne, ma facendo emergere ed esprimere maggiormente anche altre componenti spesso represse dell´Umano : fantasia, creatività, follia, volontà, generosità, rispetto, umiltà, plasticità, elasticità. Scopriremo che la forza, la bellezza, la gioia, la serenità, il fascino, la resistenza di un Essere Umano stanno proprio nella sua varietà, nella ricchezza, la multiversità, la dinamicità, la disponibilità, e nel riconoscimento della necessità di completamento, di scambio, di comunicazione con altri esseri umani, fisiologicamente, caratterialmente, tipologicamente, storicamente, diversi, siano essi femmine, maschi, omosessuali, bisessuali, transessuali.
La rarità di diffusione della responsabilità e del potere femminile pubblico, in partiti e istituzioni e in aziende, accanto alla recrudescenza della Violenza sulle donne, in privato e in pubblico, ma anche la negazione della Omosessualità, della Bisessualità e della Transessualità, riflettono la rigidità e la arretratezza delle nostre culture e società.
Proprio del valore dell´Identità Multipla dell´essere umano parla nel suo ultimo libro, Identità e Violenza, uno dei pensatori contemporanei più interessanti ( non a caso un indiano ) Amartya Sen:
«La Cittadinanza, la residenza, l´origine geografica, il Genere, la classe, la professione, la politica, le abitudini alimentari, gli interessi sportivi, i gusti musicali, gli impegni sociali ed altro, ci rendono membri di una serie di «Gruppi» . Ognuna di queste collettività a cui apparteniamo simultaneamente, ci conferisce una Identità Specifica. Nessuna di esse può essere considerata la nostra Unica Identità o la nostra unica categoria di appartenenza» .
E conclude il libro : «Non dobbiamo mai permettere che la nostra mente sia divisa in due da un orizzonte» .
Speriamo che possa crescere un´Italia migliore, dopo troppi anni di vero impoverimento umano oltre che economico.
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