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Parma, 14 e 15 Gen 2012 “Relazione Introduttiva e decisioni per il 2012” di A.Miceli

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Parma, 14 e 15 Gen  2012
Relazione Introduttiva e
decisioni per il 2012

di Alessio Miceli

Dedichiamo questo primo incontro dell’anno a chiarirci i nodi e le opportunità del nostro lavoro, a partire dal racconto dell’anno precedente e dalla raccolta di desideri e impegni che vogliamo esprimere, per programmare l’anno nuovo.

Sul tavolo trovate i documenti delle varie attività del 2011, organizzati nelle sezioni:
Educazione e formazione 
Comunicazione 
Politica 
Laboratorio di condivisione

Riassumo, anche per le persone nuove che partecipano, le modalità di lavoro che ci siamo dati e alcune realizzazioni soprattutto dello scorso anno 2011.
C’è la scansione dell’anno in tre incontri nazionali:

  • il primo incontro a gennaio, come questo in corso, appunto di raccolta delle esperienze precedenti e di rilancio/programmazione dell’anno nuovo;
  • il secondo incontro estivo, tendenzialmente a giugno su un fine settimana lungo, più laboratoriale e di condivisione. Per esempio, vedi la presentazione dell’ultimo incontro così realizzato, a luglio 2011: Intimacy;
  • il terzo incontro in autunno, più politico, su un tema per noi rilevante e con una maggiore visibilità e interlocuzione pubblica. Per esempio, vedi report degli ultimi due incontri così realizzati: 
    Quell’oscuro soggetto del desiderio. Immaginario sessuale maschie e domanda di prostituzione, 9-10 ottobre 2010 a Torino; 
    Il Cav. che resta in noi. La crisi della politica come questione maschile, 4 dicembre 2011 a Bologna

C’è l’attività dei diversi gruppi:

  • quelli che costituiscono la rete più ampia dei gruppi uomini in diverse città, rete che precede l’esperienza dell’associazione nazionale Maschile Plurale /
  • questi gruppi sono attivi in Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia; il sito di Maschile Plurale dedica a questi gruppi la sezione specifica “la rete degli uomini”
  • i gruppi che lavorano su un progetto specifico o un tema dell’associazione, per esempio nel 2011:
    • la relazione con i centri antiviolenza, come quella a Milano tra Maschile Plurale e la Casa delle donne maltrattate, che dopo un anno di incontri interni di condivisione ha portato all’incontro pubblico Uomini e donne. Darsi occasioni di verità – Per un lavoro diverso sulla violenza (Camera del lavoro, 23 maggio 2011);
    • la campagna di sensibilizzazione contro la violenza maschile sulle donne, rivolta agli uomini, promossa dalle associazioni Maschile Plurale e Officina, che dovrebbe uscire quest’anno in diverse città;
    • il progetto Relazioni libere dalla violenza, per la sperimentazione di laboratori socio-educativi rivolti a uomini maltrattanti inviati dal tribunale (casi definiti “a bassa intensità di violenza”), in collaborazione con la Provincia di Roma e l’associazione Differenza Donna, da tenersi a Roma in questo anno 2012;
    • il convegno-workshop Sessualità e diritti GLBT, promosso dal Coordinamento Campania Rainbow (alla cui nascita e organizzazione ha partecipato attivamente anche Maschile Plurale) e in collaborazione con l’università di Napoli, da tenersi in due giorni di aprile 2012 a Napoli;
    • un libro dedicato alle trasformazioni del maschile, in chiave pedagogica, pensando ai contesti della cura, dell’educazione e più in generale delle relazioni, a cui lavora il gruppo trasformazione per l’editore Cittadella;
    • la gestione delle comunicazioni di Maschile Plurale: sito, pagina facebook, indirizzo e-mail dell’associazione, mailing list.

Nota bene – L’esperienza di questa modalità del lavoro per progetti va discussa, tra le difficoltà e le opportunità che presenta. 

Cioè abbiamo visto come rispetto alla macchina dei progetti, senza farne un tabù, però alcuni di noi sollevano il problema di non farsi assorbire, ma al contrario di potere rappresentare una differenza che abbia un valore politico, cioè un modo diverso di stare in un contesto che diventa visibile per tutti (un po’ come alcuni centri antiviolenza, che si riservano una metodologia diversa di lavoro con le donne, rispetto ai protocolli istituzionali dell’obbligo di denuncia, eccetera).

”La macchina” sarebbe quella delle procedure soprattutto istituzionali, dei ruoli, dei soldi che girano con i progetti, per cui spesso si fa mercato e si producono protocolli normativi rispetto a un problema mettendo quasi in secondo piano la reale tensione a risolverlo…

Oltre alla tanta letteratura  esistente sulle istituzioni, anche noi abbiamo discusso a lungo negli ultimi sei mesi di cosa voglia ottenere rispetto agli uomini maltrattanti il tribunale e cosa la provincia di Roma, cioè le istituzioni che sostengono il progetto Relazioni libere dalla violenza, e di cosa noi stessi vogliamo e possiamo ottenere, entrando in quel meccanismo.

E’ ben diverso, per esempio:

1) pensare in termini di premialità, forse anche per alleggerire la macchina giudiziaria e dei servizi sociali (possibile obiettivo del Tribunale di Roma); 

2) o volere realizzare un programma, anche a basso costo, rispetto alla nuova tendenza/mercato del “curare gli uomini violenti” (possibile obiettivo della Provincia di Roma);

3) oppure offrire percorsi di formazione, di consapevolezza di sé “da uomo a uomo”, cioè da parte di formatori che abbiano anche un percorso sulla propria maschilità (obiettivo di Maschile Plurale).

Quindi le condizioni di un progetto, la possibilità di far valere la nostra differenza, la nostra specificità, vanno valutate per dare senso alla nostra partecipazione o meno.

Alcuni progetti hanno mosso anche dei conflitti al nostro interno, legati probabilmente ad almeno tre nodi collegati:

1) il modificarsi delle aspettative e delle relazioni, proprie dei gruppi di condivisione, nel fare “produttivo” (che implica ruoli, soldi, divisione dei lavori, e quindi comunicazioni di altro tipo rispetto alla condivisione);

2) l’introduzione, a volte, di elementi di professionalità più o meno necessari in alcune attività, ma forse poco integrati nel tessuto dell’associazione (pochi si dicono favorevoli alla professionalizzazione dell’associazione, anche se in alcuni momenti servono delle professionalità);

3) la spinta politica di Maschile Plurale, che è un suo motivo di esistenza (assieme alla condivisione), ma anche questa motivazione politica a volte fa urto e produce tensioni rispetto ai progetti, quando questi sembrano diventare un’attività “di servizio” con il rischio di accettare implicitamente lo stato delle cose e dentro quel quadro “dare una mano” (anziché lavorare a creare delle condizioni diverse, a cambiare il quadro di riferimento, per esempio nell’ambito della violenza sulle donne).

Il punto d’arrivo che finora abbiamo raggiunto in questa discussione, soprattutto attorno al progetto Relazioni libere dalla violenza, riguarda quindi le condizioni di senso (o di non senso) di questo tipo di lavoro: cioè che sappiamo tenere insieme questa modalità di lavoro per progetti alle nostre pratiche di condivisione e al senso politico che attribuiamo a quel singolo progetto.

Per questo, finora abbiamo scelto per ciascun progetto (nostro o che ci venga proposto da altri) la strada della condivisione, si può dire la strada più relazionale possibile.

Nell’Associazione, la discussione di un progetto si apre a chi è interessato, oltre che al direttivo. Così si valuta il senso e la fattibilità di quel progetto, rispetto ai nostri percorsi in Maschile Plurale. Inoltre la sua realizzazione richiede un impegno reciproco, si alimenta delle relazioni tra chi lo conduce, oltre che con eventuali soggetti esterni, per poi dare una restituzione alla intera Associazione. Forse il mantenimento di questi presupposti relazionali può custodire il senso del nostro lavoro, anche nella modalità dei progetti.

Per inciso, a proposito di conflitti, vi informo che Lele Galbiati, in disaccordo con me riguardo alla prosecuzione del progetto Relazioni libere dalla violenza (per cui ritiene ci sia il rischio amministrativo di non ricevere i fondi che la Provincia di Roma ha promesso di erogare), si è dimesso lo scorso novembre dal suo ruolo di tesoriere.

Nello scambio che abbiamo cercato di avere, anche in questa divergenza, Lele sosteneva che il lavoro per progetti, appunto con la sua introduzione di quegli elementi che dicevo sopra (soldi, ruoli più codificati, collaborazioni con altri enti, eccetera), fosse qualcosa di negativo per Maschile Plurale. Io ho verificato al meglio possibile l’affidabilità del contributo della Provincia di Roma e, per quanto riguarda la valutazione del nostro lavoro per progetti, ho cercato di riportare a Lele la complessità della discussione che avete letto qui sopra.

 

DECISIONI PER IL 2012

Rilancio per l’anno 2012, di un lavoro sulla violenza contro le donne, visibile in diverse città: possibilmente con una attivazione dei gruppi locali (proposta da Beppe Pavan),
possibilmente attorno ad iniziative derivanti dai lavori precedenti…

  • come la messa in opera della campagna rivolta agli uomini, su cui sta lavorando un gruppo di MP assieme all’asociazione Officina;
  • come un rilancio in pubblico dell’esperienza avvenuta a Milano, di rapporto tra MP e la Casa delle donne maltrattate

Le forme di queste iniziative sono interamente da costruire, secondo la creatività e capacità di lavoro di chi si impegna in queste attività.

Si vuole mantenere anche l’incontro estivo, con la stessa impostazione laboratoriale dell’anno scorso.

Maschile Plurale13/05/2012

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