E’ on line il primo numero di “AG About Gender”, Rivista internazionale di studi di genere. La rivista si pone l’obiettivo di rappresentare un riferimento concreto per studios*, accademic* e non, impegnat* in percorsi di ricerca e riflessione sul genere, con una vocazione interdisciplinare, in grado di valorizzare il dialogo fra approcci interpretativi e prospettive analitiche differenti.
La rivista semestrale pubblica articoli originali sia di taglio teorico che empirico, in inglese ed in italiano sottoposti, prima della pubblicazione, a una revisione fra pari.
AG si pone l’obiettivo di stimolare il dibattito e favorire la diffusione internazionale dei contributi pubblicati. Per il 2012 l’accesso ai contenuti è libero, ma soggetto a registrazione obbligatoria. La registrazione ha l’obiettivo di monitorare gli accessi e di fornire informazioni alle/agli utenti iscritti.
Riportiamo, assieme all’indice del primo numero, la traduzione del sommario del contributo pubblicato da Stefano Ciccone.
Indice numero 1
Editoriale: A proposito di generi. Lgbti, queer, maschilità, femminismi e altri confini.Abb atecola E., Fanlo Cortes I., Stagi L., Università degli Studi di Genova, Italia
Men and Women’s Studies: Promise, Pitfalls, and Possibilities
Michael Kimmel, Stony University, USA
Il maschile come differenza Stefano
Ciccone Università di Roma Tor Vergata, Italy
Chi ha paura dei men studies?
Elisabetta Ruspini, Università di Milano Bicocca, Italy
Genere. Dagli studi delle donne a un’epistemologia femminista tra dominio e libertà
Franca Bimbi, Università di Padova, Italy
Thinkers that Matter. On the Thought of Judith Butler and Adriana Cavarero
Olivia Guaraldo, Università di Verona, Italy
A partire dall’eguaglianza. Un percorso nel pensiero femminista sul diritto
Alessandra Facchi, Università di Milano Statale, Italy
Questioni di genere. Alcune riflessioni sul rapporto produzione/riproduzione nella definizione del comune
Alisa Del Re, Università di Padova, Italy
Inclusion or transformation? Gender and the politics of citizenship
Janet Newman, Open University, UK
Recensioni
Flavia Monceri, Oltre l’identità sessuale. Teorie queer e corpi transgender.
Di Elisa Arfini, Università di Ferrara, Italy
Beatriz Preciado, Pornotopia. Playboy, architettura e sessualità.
Di Beatrice Gusmano, Università di Trento, Italy
Maria Serena Sapegno, Identità e differenze. Introduzione agli studi delle donne e di genere.
Di Cristina Gamberi, Università di Bologna, Italy
Abstract del contributo
Il maschile come differenza
di Stefano Ciccone
Gli studi critici sul maschile sono, specie in Italia, ancora insufficienti. Mettere al centro la differenza significa confrontarsi con un limite: riconoscere una propria soggettività comporta la perdita della centralità maschile come un fatto naturale. Offre d’altra parte, anche agli uomini, parole e percorsi sociali verso un processo di trasformazione; questo non significa soltanto contrastare la discriminazione delle donne e delle minoranze sessuali, ma proporre una domanda maschile di cambiamento. Cercare un modo per esprimere l’esperienza maschile – senza limitarsi al dominio o alla frustrazione che l’assunzione della propria parzialità comporta – conduce su un terreno inesplorato.
Come può una riflessione critica sul maschile interagire con differenti prospettive femministe? La sua particolare tensione fra norma e differenza richiede una prospettiva che non si limiti alla inclusività o alla coesistenza delle differenze. Quella che emerge è la centralità del corpo come elemento controverso: né destino biologico, né costrutto puramente linguistico. In questo processo, diventa cruciale riconoscere il desiderio femminile tanto come l’esperienza di un limite che scuote l’idea di una asimetria e della soggettività fra i sessi che l’opportunità di reinventare la percezione dei corpi degli uomini.
Da una parte la “crisi del maschile” rappresenta la rottura della capacità dei modelli tradizionali di dar senso alla vita degli uomini; dall’altra descrive il cambiamento come una minaccia. Il cambiamento è rappresentato anche attraverso la categoria della femminilizzazione, mostrando quanto sia precaria la costruzione sociale della virilità. L’omofobia mostra così di essere non solo la stigmatizzazione di quanti non si adeguano alla norma dominante, ma anche il mezzo attraverso il quale viene esclusa qualunque deviazione dalla mascolinità tradizionale.
C’è un urgente bisogno di trovare i modi per esprimere pubblicamene il desiderio degli uomini di un cambiamento, di reiventare la loro esperienza corporea nella sessualità, nella paternità e nella società, al di là delle rappresentazioni stereotipate.
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