Questa settimana un racconto a partire da un sé…immaginario, e immaginato, ma che potrebbe essere anche una narrazione molto verosimile e “normale”
***
MI HA LASCIATO
di Mario Simoncini
Mi ha lasciato. Sì, avete capito bene, mi ha lasciato, dopo tanti anni, una vita passata insieme. Perché? Boh? Che ne so, non l’ho capito e non lo voglio capire. So solo che le ho dedicato tanti anni della mia vita, e questo è il ringraziamento. Un bel risultato, proprio un bellissimo risultato!
Che cosa le mancava? Niente! Trattata come una regina, di più, come un’imperatrice, anzi di più, come una dea, dal primo giorno fino all’ultimo, fino a quando se n’è andata.
La trattavo come una dea. Violenze? Macché! Qualche schiaffo, non come quegli uomini che picchiano le mogli, qualche schiaffo ogni tanto, ma sì, anche qualche calcetto, ma così, per raddrizzarla, che forse si divertiva pure lei, una o due volte alla settimana, o forse tre o quattro, ma non di più.
All’inizio le facevo portare il burqa, non perché fossimo musulmani, dio ne scansi, no, perché l’ho sempre considerato un indumento estremamente pratico, che ti risolve il problema di cosa scegliere la mattina, e poi è economico, ti mette a tuo agio, non hai problemi….come si dice….di privacy, ecco, cammini per strada e nessuno ti rompe le palle. Ma lei no, non lo voleva, diceva che le faceva sentire troppo caldo, soprattutto d’estate. E allora va bene, l’ho accontentata, niente burqa. E questo è il ringraziamento! E così d’inverno metteva il chador, l’aiutavo io stesso a indossarlo, d’estate invece indumenti più leggeri per la signora, con il niqab. Che pretendeva di più? Non lo so. No, questa cosa purtroppo me la sono inventata! Magari ci fossi riuscito! Però la signora se l’era tolto dalla testa di uscire con abiti scollati….gonne sotto il ginocchio e via andare! E però lo sapete che faceva per farmi dispetto, per farmi incazzare? Girava per casa con una tuta tutta slabbrata, da vera sciattona qual’era, e io tornavo stanco dal lavoro e mi trovavo ‘sta vecchia carcassa davanti agli occhi, ci mancavano solo i bigodini! Perché poi si lamentava che non le passavo abbastanza soldi per vestirsi….stava sempre a polemizzare. Diceva pure che voleva mettersi a lavorare, per avere più soldi in famiglia, una pazza! A parte che il permesso non te lo do né ora né mai, le dissi, perché tu vuoi andare a lavorare fuori per conoscere altri uomini, ma non ne hai da fare in casa? Se per assurdo passi la giornata fuori, chi le fa le pulizie? Chi cucina? Ma lei niente, dura d’orecchio e di comprendonio.
Pure gelosa era. Io non posso guardare gli altri uomini, mi diceva, e tu, invece, stai sempre a guardare le altre con la lingua di fuori. E io la lasciavo sfogare, in fondo mi piace che la donna sia un poco gelosa. Poi però, a un certo punto, ha passato i limiti, non mi ricordo neanche bene com’è successo, o mi ha trovato una macchia di rossetto o un messaggio sul cellulare, fatto sta che mi ha fatto una scenata e io le dissi che non si doveva permettere, chi lo porta il pane a casa mentre tu non fai un cazzo tutta la santa giornata, a parte guardarti i programmi di canale 5? E poi io faccio quello che voglio, non devo rendere conto a te. In effetti avevo una situazione fuori casa, e non era la prima volta, ma che ci volete fare, l’uomo è fatto così, la sua natura è di fare il cacciatore, basta che rimane una cosa senza importanza, che non si sfascia la famiglia. E poi, diciamola tutta, io il mio dovere con lei lo facevo, il sabato sera le davo una bella ripassata alla chi s’è visto s’è visto, e quindi di che si lamentava?
Si annoiava? Ma neanche per sogno, non credo proprio. La domenica c’erano sempre i miei parenti a casa nostra, a mangiare e a bere e a fare festa, e pure qua polemiche perché invece i suoi parenti non li volevo per casa. E che è colpa mia se sono antipatici? Poi spesso durante la settimana veniva mia madre, e lei, la signora, diceva che si sentiva spiata, controllata, ma non è vero per niente, figuriamoci se quella santa donna di mia madre….era per darle un aiuto nelle faccende di casa, in attesa che nostra figlia crescesse e la finisse con questa stramaledetta scuola dell’obbligo, cosa avranno poi da imparare ‘ste donne che non possiamo insegnarglielo noi?!?! Vabbé, questo è un altro discorso. Annoiarsi, dicevamo? Ma se ogni sera che dio manda in terra uscivamo…per portare fuori la spazzatura! Ogni sera, lo giuro!
Trattata come una dea. Mi ricordo, per dirne una, che l’anno scorso per Natale le regalai un paio di calze di nylon, che poi dopo qualche mese si sfilarono. E allora che fece questo marito crudele, questo mostro? Di nascosto, per farle una sorpresa, prese queste calze e le portò a fare rammendare, e per Pasqua gliele fece trovare accanto all’uovo. Mi avesse ringraziato come si deve! Neanche per sogno!
Tre o quattro anni fa, non mi ricordo esattamente, una sera le permisi di andare a mangiare una pizza con le amiche. Per il suo bene mi informai prima su chi fossero queste amiche, parlai con i loro mariti, risultò che erano tutte brave madri di famiglia, senza grilli per la testa. Era la prima volta in tanti anni che le permettevo di uscire senza di me, mia madre mi criticò per questa decisione, ma che dovevo fare, era stata così insistente che alla fine avevo ceduto, anche se poco convinto. E pure allora, pensate che mi abbia ringraziato? Neanche per sogno!
Poi c’era la faccenda del televisore: ne voleva uno tutto per sé! Ma dico io, non basta e avanza un televisore per tutta la famiglia? Dice, ma stai sempre incollato a vederti le partite; e che è colpa mia se oramai ci sono partite tutte le sere? Da venerdì a lunedì, tra anticipi e posticipi, c’è il campionato, martedì e mercoledì c’è la Champions, il giovedì c’è l’Europa League, ripeto, che è, colpa mia? Li ho fatti io i calendari? E allora perché vieni a rompere i coglioni a me? Uno torna a casa dopo avere dato il culo tutto il santo giorno e non si può guardare una partita in santa pace?!?! Ma scherziamo o diciamo sul serio?!?!
E ogni estate c’era la questione delle vacanze: io ho una casetta in collina, che si può dire che me la sono fatta con le mie mani, una casetta che non ci manca niente. Alla signora invece non piaceva, voleva andare al mare, a farsi guardare le cosce. Ma dico io, abbiamo la fortuna di avere ‘sta casa in un posto che c’è aria buona e non spendiamo niente, no, pure qua devi venire a rompermi i cosiddetti. Dice, non c’è nessuno in questo posto, mi annoio, e che fa, non ti basta la compagnia di tuo marito?
Abbiamo due figli, un maschio e una femmina, Giovanni e Luisa, che sono i nomi dei miei genitori. Io, per la verità, avrei voluto chiamarli Christian e Jessica, ma i miei si sono impuntati e così ho dovuto abbozzare. Ma tornando a noi, lo sapete cosa pretendeva questa pazza? Che anche Giovanni l’aiutasse in casa! Giovanni! Un figlio maschio! Ci aveva provato anche con me i primi tempi, ma io le dissi, come puoi stimare un uomo che indossa il grembiule e lava i piatti o mette i panni sporchi in lavatrice come una massaia? Ma lei non si convinceva e così le diedi qualche ripassata di ceffoni, ma per il suo bene, per aiutarla a ragionare.
Ah, dimenticavo, se n’è andata portandosi dietro Luisa. Poco male, tale madre tale figlia, come si suol dire! Giovanni? No, Giovanni no. No, non è con me…ha un piccolo problema….ehm….lo accusano di avere fatto una ragazzata e per adesso sta….in galera. Cosa ha fatto? Beh, l’hanno accusato di avere violentato una ragazzina di quindici anni, in discoteca. Ma se anche fosse vero, l’avete vista quella lì? No? Io sì invece! Trucco pesante, minigonna, tettine in bellavista o quasi, insomma tutto l’armamentario. Ma dico io, ti vesti come una puttana e poi ti lamenti se qualcuno ti tocca il culo?!?! Violenza? Non lo so, ma ribadisco, quand’anche fosse se l’è cercata. E sua madre, la mia ex, sapete che ha detto? Che suo figlio è un porco, un mascalzone come suo padre e che lei è solidale con quella povera ragazza! Una madre che si mette contro il proprio figlio, carne della sua carne, sangue del suo sangue, e parteggia per una troietta che gli sta rovinando la vita! Roba da film dell’orrore!
E insomma, questa è la donna che ho sposato, che se potessi tornare indietro….Ora mi dicono che fa la donna libera, che esce la sera, magari con uomini….mi ha pure denunciato per….com’è quella parola, una parola americana…stalking, ecco, stalking, perché dice che la perseguito con telefonate, messaggi….embé, certo, sono il marito, e appena ho un momento libero sto sotto casa sua….casa sua, quella merda di appartamentino pidocchioso che s’è affittata, lei e sua figlia che farà la stessa carriera della madre….ma io uno di questi giorni la vado a trovare, nella sua topaia, e succeda quello che deve succedere. No, non la picchierò, a meno che non mi costringa, solo le voglio fare assaggiare di nuovo il biscotto, che ultimamente si permetteva pure di rifiutarsi, che una volta mi aveva accusato di non farle provare nessun piacere, vedete voi che linguaggio da troia….e insomma il santo biscotto glielo infilo con le buone o con le cattive, così si dà una calmata e finalmente capisce chi è che comanda, chi è il padrone!