Gen 2012 “Essere padre, o la scoperta del sistema maschilista”
di Olivier Malcor
già pubblicato, con interessanti commenti, su zeroviolenzadonne
Quando mi sono ritrovato papà nel 2008, pensavo di essere un uomo ‘moderno’ con una certa sensibilità sulle questioni di genere. Avevo anche tutta una serie di teorie sulla parità e le possibili complementarità tra l’uomo e la donna:
uno cucina, l’altro lava i piatti; la donna da il latte e l’uomo fa fare il rutto. È solo poco a poco che le mie teorie sono andate in frantumi e che ho potuto squarciare la cortina della mia mascolinità mai messa in questione fino ad allora.
Se all’inizio la mamma ha un ruolo molto importante, l’uomo ce l’ha altrettanto. Dire questo è politicamente corretto. Ma quando il bimbo piange la notte, l’uomo scopre di avere tutto un sistema di privilegi a disposizione. Con un semplice sospiro, senza quasi mai doversi giustificare, si può dispensare da qualsiasi impegno, anche se un bimbo non deve bere il latte 12 volte a notte e spesso ha semplicemente bisogno di essere rassicurato.
Ma torniamo a questo sistema. Anche dopo lo svezzamento ho scoperto che spesso con un gesto mi potevo esonerare da un impegno, perchè ero un uomo. Ho scoperto cose che le compagne femministe mi avevano già detto. Tutto quello che riguardava la cura, il bagno, le pappe, portarlo dal pediatra, sono attività alle quali sentivo di poter scappare molto facilmente.
Avrei potuto scappare facilmente da questi impegni se la mia compagna non avesse ripreso il lavoro dopo sei mesi…
Avevo già notato che più cercavo di scappare a certi impegni più diventava faticoso reinserirmi e più il mio rapporto con il bambino diventava freddo. A volte, nei giorni in cui ero molto assente, notavo che diventavo invisibile per lui, la mamma diventava il centro del suo mondo. Ma non perchè era una legge biologica. Semplicemente perchè io non c’ero. Una volta che sono stato 10 giorni con lui senza la mamma a 14 mesi, è lei che si è ritrovata in questa situazione molto delicata. Lui non voleva andare più da lei, era attaccato a me.
Poco a poco ho notato che più avevo un rapporto di cura con lui più si creava un’intimità che non avrei mai avuto giocando semplicemente a pallone con lui. Ma per arrivare a questo rapporto dovevo anche lottare contro un sistema che avevo dentro di me, che mi dettava leggi e comportamenti: il sistema maschilista.
È un sistema di privilegi che permette all’uomo di decidere quanto si vuole impegnare con i bambini, perchè dall’altro lato la mamma è mamma, da sempre, ha questo ruolo sacro… un incarico storicamente sacralizzato.
Un sistema a disposizione. Comodo in apparenza, se uno non si fa domande.
Ho cominciato a capire perchè avevo reso la vita impossibile a mio padre quando ero adolescente: non era mai stato presente. Dava il bacio della buona notte e il pallone la domenica. Ho capito allora perchè all’epoca mia madre si lamentava sempre. Ho cominciato a valutare il rapporto che avevo con mio figlio secondo il numero di ore che passavo con lui. Invariabilmente, più ero presente, più il rapporto era bello, equilibrato, più lui era gioioso, curioso e aperto, con tutti i dispetti dovuti.
Questo, mi direte, sono le basi! È vero, mi ci è voluta la paternità per scoprire l’acqua calda, ma ora che ho lo sguardo affinato vedo tutto il resto. Non faccio più tante teorie ma decostruisco e agisco, perchè anche per noi uomini il maschilismo è stato una fregatura assurda che non può durare un minuto di più! Come il paternalismo, il sessismo, il patriarcato e tutte le oppressioni contro le donne non ci servono per niente. Ci de-solidarizzano dall’altra metà dell’umanità con cui abbiamo tanto da condividere.
Credo che i gruppi di auto-coscienza e l’espressione artistica possano aiutare molto noi uomini a uscire da una visione passiva e tramandata della questione di genere.
Con il primo figlio sono passato dalle belle teorie all’auto-coscienza. Fra qualche giorni mi arriverà una figlia… chi sa cosa mi insegnerà… ???
UOMINI DI TUTTI CETI, LIBERIAMOCI DEL MASCHILISMO, IN TUTTE LE SUE FORME!
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