Come cittadini prima che uomini, o viceversa. Le piazze del 13 Feb. Una discussione su Facebook,
di Ciro Mazzotta e Andrea Baglioni (5 febbraio 2011)
Cari amici,
Io ci vado come cittadino e non come simpatizzante di MP , ossia ci vado contro Berlusconi Silvio perché non mi sta bene che ci sia un presidente del consiglio che paga prostitute.
Per una questione squisitamente politica. I capi hanno dei giusti privilegi ma anche dei maggiori doveri. Viviamo in una società dove andare a puttane è stigmatizzato, piaccia o no.
E allora un Presidente del Consiglio che ci va è ricattabile, con tutto ciò che ne consegue (Minetti e Minette).
Secondo me portare il discorso sulla dignità delle donne è fuorviante, in tal caso infatti alla manifestazione non ci dovrebbero andare tutti coloro che vanno a prostitute o che ci sono andati, senza contare quelli che dicono “Bella fica”, che toccano il culo alle signore sull’autobus, che guardano i film porno, etc. etc.
E allora quanti rimarremmo? A naso direi pochini.
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”Berlusconi ci danneggia di più come uomini (questa metà del cielo) o come cittadini?” Questa è la domanda implicita che la lettera “da uomo a uomo” poneva e che io ho rimesso in circolo a proposito delle piazze del 13. Fermo restando checi danneggia assai per un verso e per l’altro.
Che le puttane siano stigmatizzate e che di conseguenza, in misure diverse secondo il tipo di puttana, siano stigmatizzati anche i loro clienti è una questione di potere. Perfino di potere politico (leggi, regolamenti comunali, forze di polizia, giudici…). Non è solo questione di preti o di psicologi.
Le puttane sono stigmatizzate perché il loro comportamento allude a, e per una minoranza di loro realizza, un uso autonomo della sessualità. Tanto è vero che si può dire puttana anche di una donna che abbia partner diversi e non sia sposata, di una donna più anziana che frequenti un uomo più giovane, ecc.
C’è chi sostiene, come Marco d’Eramo ha fatto sul manifesto l’anno scorso, che a mettere le mani nelle mutande ci si sporchi di merda. Che avrebbero cioè fatto bene i dirigenti del centro-sinistra a non saltare sul collo di Berlusconi appena Veronica Lario ha portato a lavare quelle del marito sui giornali: di lasciare cioè la questione ai loro avvocati, alla di lui coscienza, alla sollecitudine dei suoi amici (Mora e Fede, per esempio), a quella di Don Verzé, all’aiuto di uno psicologo.
Non ero e non sono d’accordo. L’uso “irregolare” che del corpo delle donne fa Berlusconi conferma solo la regola dominante, quanto pericolante: sulla sessualità femminile la signoria è del maschio (che porti lo stipendio a casa, cacci i soldi dal portafogli o regali farfalline tempestate di pietre preziose). L’ipocrisia nazionale, di qua e di là del Tevere, poteva tollerare e di fatto largamente tollera i comportamenti di Berlusconi perché espongono solo la regola sottostante all’ipocrisia di facciata.
Ma quali dividendi offre a me, come uomo, quella regola? Mi consente di toccare il sedere alle signore sull’autobus, di dire “bella fica”, di andare a prostitute. Mi da, questa è la mia impressione, un potere effimero e un godimento seriale. Mi fa accomodare ordinatamente e con una spesa proporzionata al mio reddito su una scala che va dalla vittima della tratta su su fino alla starlette televisiva, dalle strade provinciali appena fuori il raccordo ad esclusivi luoghi di vacanza. Gli etologi lo chiamano “ordine di beccata”. La scimmia maschio che è in me ringrazia sentitamente.
Quanto dura un rapporto medio con una prostituta 7, 10, 15 minuti? Io, forse sbaglierò, credo che il godimento per una buona parte dei clienti, stia nell’essere riconfermati nella regola dominante. Mentre il mondo, fuori della fratta sulla provinciale o dalla stanza di un albergo ultra lusso va avanti da solo (e, come dimostra D’addario, neanche le puttane sono più quelle di una volta).
Dicevo che alcuni (pochi, sfortunatamente) andranno in piazza prima come uomini e poi come cittadini. Io credo che la critica che alcuni uomini fanno dei rapporti di potere fra uomini e donne – delle regole dominanti- venga fatta non solo per la dignità delle donne ma per la salute degli uomini e per quella comune.
Per stare dentro questa critica non serve essere “buoni” né promettere di diventarlo l’anno prossimo. Come quelle di tutti, le nostre mutande sono sporche di sperma.
Ma siamo sicuri che lo sperma sia davvero una cosa sporca?
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