Dic 2007 “Alcune Fonti statistiche sulla
violenza contro le donne”
Non si ribadisce mai abbastanza che la violenza contro le donne è qualcosa di molto comune, che riguarda tutti gli uomini.
Molti sono i miti duri ancora a sfatarsi. Nel senso comune gli atti di violenza contro le donne (molestie, persecuzioni, maltrattamenti, lesioni, stupri e femminicidi) sono attribuiti a persone marginali, violente, possibilmente straniere. Tutti i dati e le statistiche in italia e nel mondo dicono che la questione riguarda tutto gli uomini a qualsiasi latitudine, di qualsiasi nazionalità, religione, cultura ed estrazione sociale.
L’incidenza della violenza maschile sulla mortalità femminile in età fertile è di entità molto simile sia in paesi molto laici, noti per la loro libertà sessuale e l’estensione delle pari opportunità (es. la Svezia) sia in paesi arretrati economicamente e culturalmente dove sui ruoli sessuali si avverte un forte condizionamento sociale e religioso.
Dire questo non significa un una condanna universale del genere maschile, un indistinta assunzione di colpa, o una generica espressione di solidarietà con le vittime ma significa fare i conti con noi stessi e con i nostri simili, sapere che il mostro potrebbe nascondersi dentro di noi ed uscire fuori prendendo il sopravvento (quanti omicidi di donne da parte del partner si concludono col suicidio dell’assassino?). Significa fare i conti con la qualità delle relazioni che costruiamo, con la nostra capacità di autonomia relazionale e affettiva, con il tipo di uomini, compagni, mariti e padri che vogliamo e possiamo essere.
Il primo passo è conoscere la realtà e scoprire che a compiere violenze sulle donne sono il più delle volte gli uomini ad esse vicini: fidanzati, mariti, ex, amici, colleghi, fratelli, padri. Uomini molto simili a noi.
Si tratta di scoprire che c’è qualcosa dentro ognuno di noi che potrebbe trasformarci un giorno in uno di loro e con cui dobbiamo fare i conti. E’ per questo che esistono gruppi uomini in Italia che si interrogano sul cosa significa essere nati in un corpo di uomo e se esistono modi di stare al mondo che ci facciano stare meglio nelle relazioni tra noi, con le donne, e nel mondo.
I dati pubblicati dall’ISTAT da qualche anno sono interessanti e rappresentano un elemento di riflessione per ogni uomo che non voglia girare il naso dall’altra parte (“Io non c’entro!”), prendersela con qualcun’altro (“E’ colpa degli immigrati!”), rigirare la frittata (“Ma esiste anche la violenza femminile!”) o mettersi la coscienza in pace (magari andando a qualche manifestazione, mettendo un fiocchetto bianco il 25 novembre o regalando mimose l’8 Marzo, tutte cose che vanno benissimo, per carità! ma forse non bastano).
Nei link al sito dell’ISTAT di seguito riportati troverete una gran quantità di informazioni utili e documenti
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