Set 2012
“Violenza sulle donne, in arrivo corsi per responsabilizzare gli uomini”
di Ambra Murè
pubblicato sul sito di Paese Sera il 10 Set 2012
Insegnare un nuovo modo di vivere il rapporto di coppia, coltivando la libertà e la parità tra i sessi. Per evitare il ripetersi di comportamenti violenti e abusanti. Questo l’obiettivo del progetto della Provincia “Relazioni libere dalla violenza”, che coinvolgerà anche tribunali e forze dell’ordine. La presidente di Solidea: “senza una piena consapevolezza maschile, nessun cambiamento”
Un rapporto di coppia libero e paritario. In cui l’uomo e la donna possano comunicare, interagire (e magari dissentire) in maniera costruttiva e rispettosa. Ciò che molti danno per scontato è qualcosa che molti altri riescono a malapena a immaginare. Ed è proprio in contesti come questi che la violenza sulle donne nasce e si sviluppa, nutrendosi di una visione distorta e repressiva dell’identità maschile e delle relazioni affettive. Che deve essere combattuta, fuori e dentro le aule giudiziarie. Da qui la sfida, lanciata da Solidea (l’istituzione di genere femminile e solidarietà della Provincia di Roma) insieme alle associazioni “Differenza Donna” e “Maschile Plurale”: organizzare corsi socio-educativi per soli uomini. Da affiancare al tradizionale lavoro in difesa delle vittime di violenza.
Un corso per liberarsi dalla violenza – Il progetto – ancora sperimentale – passerà presto alla sua fase operativa. Che prevede un primo ciclo di dieci incontri settimanali. Aperti a uomini già individuati nel circuito giudiziario come responsabili di violenze e abusi a bassa e media intensità (atti persecutori, maltrattamenti in famiglia… ). A questa platea “selezionata”, una coppia di tutor (un uomo e una donna) proverà a “insegnare” un modo nuovo e diverso di vivere l’amore. Coltivando “relazioni libere dalla violenza” (questo, appunto, il nome scelto per il progetto).
Una libera scelta – Nulla a che vedere con le sedute per alcolisti anonimi d’impronta statunitense. Né con i percorsi di “redenzione” che in altri paesi vengono inseriti all’interno di un iter giudiziario. Qui l’approccio è completamente diverso. La partecipazione agli incontri è volontaria. E soprattutto non ha alcun intento terapeutico. Banalmente perché “gli uomini che usano violenza sulle loro donne – spiega Claudio Vedovati dell’associazione “Maschile Plurale” – non sono malati”. Il problema nasce semmai da “una cultura patriarcale ancora molto diffusa nella nostra società”. Rispetto alla quale gli uomini (tutti) vanno “responsabilizzati”.
Obiettivo Cambiamento – “La vera ‘innovazione’ nella terribile battaglia contro la violenza sulle donne – conferma Mariagrazia Passuello, presidente di Solidea – è agire perché siano gli uomini a prendere coscienza del problema”. Partendo dal presupposto che “senza una piena consapevolezza e un preciso lavoro psicologico su chi commette questi terribili reati, non ci sarà mai un risultato che possa segnare un vero cambiamento”. Ecco perché l’obiettivo finale del progetto non è solo “contrastare il comportamento violento e abusante, evitando le recidive”. Ma anche, come spiega Claudio Vedovati, “far comprendere che si può essere maschi in un modo che restituisca più libertà a sé e agli altri”.
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