Pesami l’anima
visto da Alessio Miceli
Vi segnalo un documentario, Pesami l’anima, scritto da quattro giovani sceneggiatori (tre donne e un uomo) e diretto da una giovane regista, tutti studenti della Scuola civica di Milano.
La durata è di circa 30 minuti, ed è visibile su questo sito: http://www.viaemiliadocfest.tv/ dove adesso è in concorso (quindi si può anche votarlo).
Ecco la breve sinossi che accompagna il documentario.
“Pesami l’anima è la storia di quattro donne (una modella oversize, una ex atleta nazionale, una modella di Botero e un’artista) che raccontano il complesso percorso di riconciliazione con il proprio corpo, divenuto in passato un campo di battaglia dove sfogare la non-accettazione di sé. Valentina, Francesca, Giulia e Letizia raccontano come sono riuscite ad essere ascoltate e guardate, da se stesse e dal mondo”.
Io l’ho appena visto durante una rassegna cinematografica, anche con un breve intervento della regista, Teresa Iaropoli.
E spontaneamente l’ho accostato a quello che mi sembra il capostipite di questi ultimi lavori sul corpo delle donne, cioè l’omonimo documentario Il corpo delle donne di Lorella Zanardo, con il suo exploit di pubblico (partito come una piccola autoproduzione e diventato un caso editoriale ed in rete) a dimostrare di aver colto un bisogno e che ha girato moltissimo, tra l’altro nelle scuole, dandoci occasioni preziose di animare dibattiti.
Ora in Pesami l’anima, in particolare, quello che mi ha colpito è che ci ho trovato uno sguardo documentaristico nuovo, appunto sul corpo delle donne.
C’è uno sguardo critico del modello dominante, ma che non si ferma alla critica, contiene già delle possibilità diverse, mostra già in un altro modo i corpi e le scelte di alcune donne.
Ci sono donne che si raccontano alla luce dei loro corpi, davanti a una telecamera che scorre in modo fluido sulla loro intimità e unicità, al di fuori del canone.
Allora ho pensato che questa prospettiva, questo altro modo di raccontarsi e di mostrare il proprio corpo (altro rispetto allo standard televisivo o pubblicitario corrente), può essere anche questo importante da portare nelle scuole. Così a Milano inizieremo il prossimo 7 novembre, con l’assenso della Scuola civica, a proiettare Pesami l’anima per le scuole.
Perché una ragazza che vede questo lavoro, oltre alla critica dell’esistente, ci trova già un altro sguardo possibile su di sé, sul proprio corpo. E non è cosa da poco.
Poi altra cosa sono le emozioni, le reazioni dei ragazzi maschi di fronte a questi percorsi.
Spesso c’è in loro la difficoltà ad assumere la critica di una cultura maschile dominante (per quanto in crisi) fatta così com’è, che disegna una immagine femminile standard in quel certo modo…
a meno che non si lasci anche ai giovani maschi una strada aperta, fatta di parole e di sguardi nuovi sull’altra e su di sé, sui corpi delle donne e degli uomini, una qualche possibilità di segnare la propria differenza maschile da quella cultura dominante.
Intanto, un ringraziamento sentito a chi ha voluto e realizzato questo documentario intenso e coraggioso. Ce n’era bisogno.
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