BE PROUD
Ducumento Politico del Comitato
Roma EuroPride 2011
Essere orgogliose ed orgogliosi di quel che siamo: è questo il senso più autentico dei Pride e dunque anche dell’Europride, momento di visibilità europea di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, che quest’anno si svolge a Roma in giugno.
Essere orgogliosi significa scegliere a testa alta i propri percorsi di vita con consapevolezza e libertà, nel riconoscimento del medesimo spazio di libertà di qualunque altra persona
Nei Pride fondamentalmente si dichiara questo valore universale e si chiedono alle Istituzioni quelle norme e comportamenti che permettano il pieno sviluppo di questa libertà in chiave di uguaglianza.
E dunque anche di laicità, ovvero nel rifiuto di una morale unica e vincolante, religiosa o meno che sia. Ma nei Pride si sviluppa questo valore generale partendo dal vissuto dei diversi orientamenti sessuali ed identità di genere secondo la logica irrinunciabile dell’autodeterminazione.
In altre parole ogni scelta o condizione nella vita deve poter essere libera purché non rechi danno al prossimo, e in questo senso ha completa dignità e deve poter essere vissuta nella sociètà con la stessa pienezza e possibilità di sviluppo di qualunque altra. E ciò deve valere per l’omosessualità e il transessualismo.
Parità, dignità, laicità sono valori che permettono la realizzazione concreta di quel principio di libertà e sono la base delle singole rivendicazioni di diritti per le persone e coppie glbtqi e per le famiglie con genitori omosessuali o transessuali.
In fondo un Pride è il far camminare sulle strade, nella visibilità assoluta, gioiosa ma determinata, un principio di civiltà indispensabile e porlo in quella specificità dell’essere gay, lesbica, transessuali, bisessuale queer o intersex.
Lo si rivendica orgogliosamente dinanzi alla coscienza, all’immaginario e alla responsabilità di tutte e tutti, singoli cittadini o Istituzioni.
Questo è il cuore del documento politico nonché dei contenuti culturali e sociali di un Pride, ovunque e da più di quaranta anni, sin dai tempi della ribellione di Stonewall. Questa è l’essenza di Roma Europride 2011.
L’Europa è uno spazio politico e sociale, plurale, democratico, aperto e accogliente. Ma affinché tale concetto non sia solo una dichiarazione di principio, deve costantemente tradursi in riconoscimento di diritti, accoglienza, rispetto e cultura dell’inclusione, contro quell’egoismo e quelle chiusure verso le diversità che si stanno nuovamente diffondendo.
Europa deve significare solidarietà fra popoli, tensione verso una reale unità politica e non solo economica, costruzione di una società basata su libertà, autodeterminazione e diritti.
Si rivendica dunque la piena attuazione dei principi e diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea e dai vari Trattati, a partire dalla libera circolazione delle cittadine e dei cittadini in Europa e dal riconoscimento dei diritti acquisiti negli stati di provenienza, compreso quello della tutela delle coppie formate da persone dello stesso sesso.
Partendo da tutto questo si articolano i vari temi e le rivendicazioni di Roma Europride 2011. Va sottolineato che in Italia, al contrario della maggioranza dei paesi europei, non esistono norme o politiche specifiche che riguardino l’orientamento sessuale e l’identità di genere, tranne rare e frammentarie eccezioni.
Tale assenza di attenzione e di diritti sui temi glbtqi pone l’Italia drammaticamente fuori dall’Europa, rendendo di particolar valore un Europride a Roma.
Lesbiche, gay e transessuali sono e pretendono di essere riconosciuti sempre come soggetti attivi e reattivi della società, rifiutando sia il ruolo marginale sia quello di vittime; di conseguenza denunciano e rifiutano il pregiudizio, l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia come atteggiamenti mentali o come atti violenti, chiedendo interventi che le combattano.
Tali interventi non siano solo leggi penali a tutela, quasi si fosse in presenza di una specie minorata da proteggere o come se i problemi della sicurezza fossero il solo parametro della vera convivenza civile, ma è indispensabile una presa di coscienza collettiva sociale e culturale, da costruire a vari livelli e costantemente, da parte di tutti i soggetti di un Paese, a partire da quelli politici e istituzionali. In Italia è marcata l’assenza di entrambe le soluzioni.
La felice e costruttiva prospettiva di una società capace di combattere l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia, come del resto il razzismo e altre forme di odio o discriminazioni, è quella del riconoscimento e valorizzazioni della ricchezza delle diversità.
In questo senso un Europride esalta in ogni modo le diversità e non può che essere antirazzista.
Analogamente è non violento e antifascista, come contrario ad ogni sistema di oppressione o di svilimento della dignità di ciascuna persona. Ed è chiaramente antisessista, denunciando ogni atteggiamento maschilista e patriarcale presente nella società, calpestante la dignità delle donne, impedendone la effettiva parità o peggio essendo fonte di atti di violenza.
L’omosessualità e il transessualismo si basano sul principio che non esiste un solo modo di amare o di sessualità, come non esiste un genere che debba strangolare il profondo sentire; quindi vanno liberate e rivendicate le diverse affettività e scelte sessuali, come quelle che riguardano il genere, ponendole al pari di quelle più usuali, ma non per questo univoche, dell’eterosessualità e della famiglia tradizionale, o del senso di appartenenza al genere di nascita.
Si rivendica quindi il valore delle coppie gay e lesbiche e delle famiglie con figli cresciuti da genitori omosessuali o transessuali, chiedendo con urgenza leggi che le riconoscano secondo un principio di uguaglianza e con una varietà di istituti normativi per coppie di fatto o sposate. In Italia non c’è nulla; in Europa esistono varie leggi. Un gap inaccettabile e anti storico.
Così si richiede che l’individuo sia libero di determinare il genere più consono a se, senza essere più considerato un malato mentale il cui cambio di sesso sia la cura di una patologia.
Si richiedono cioè interventi di legge che permettano alla persona transessuale di costruire la propria identità e di essere riconosciuta anagraficamente sulla base del genere scelto, senza necessariamente effettuare una operazione di riattribuzione sessuale; se invece vuol percorrere l’intero processo di trasformazione sia comunque assistita dal sistema sanitario senza l’iter complesso e umiliante di una diagnosi di disturbo patologico
Con questo spirito Roma Europride si allinea alla campagna internazionale sulla depatologizzazione del transessualismo “Stop 2012”.
I gay, le lesbiche e le persone transessuali hanno spesso anche figli, che crescono felicemente all’interno di famiglie cosiddette non tradizionali.
La genitorialità è scelta e capacità non solo di fare figli, di per se ostacolabile solo dalla sterilità e non dall’orientamento sessuale, ma soprattutto è la capacità di crescere bene e prendersi cura dei figli.
I gay, le lesbiche e le persone transessuali sanno farlo e lo fanno, perché sono capacità umane; ad esempio in Italia sono almeno 100.000 le bambine e i bambini, o adolescenti, che vivono in famiglie omogenitoriali o con un genitore transessuale.
Bisogna combattere ogni forma di pregiudizio possa colpire questi figli e introdurre normative che diano a costoro la stessa parità di diritti di quelli che crescono in ambiti familiari eterosessuali.
Del resto in Italia, a causa di scelte normative non dettate da esigenze reali e da libere aspirazioni di vita, ma da condizionamenti non laici, è in vigore una legge sulla procreazione assistita, che va riformata in quanto discriminante e dunque incostituzionale, ideologica e vessatoria.
Le persone glbtqi continuano ad avere problemi di discriminazione sul luogo di lavoro, particolarmente forti per le persone transessuali, per le quali la prostituzione resta spesso l’unica possibilità.
E’ necessario rimuovere i meccanismi di esclusione o marginalizzazione nel mondo lavorativo ai danni di gay, lesbiche e transessuali, soprattutto in questa fase storica di crisi economica e di riduzione generale del sistema di welfare, che aggrava le difficoltà dei soggetti sociali più deboli, come le persone glbtqi, ma anche donne, giovani o migranti.
Del resto l’impostare spesso il welfare in modo familista, tenendo presente solo le famiglie tradizionali eterosessuali, tende a dimenticare l’individuo e le proprie altrettanto urgenti esigenze, anche di costruzione di nuclei affettivi diversi.
Roma Europride 2011 guarda con indignazione e dolore anche quelle realtà nel mondo, troppo spesso dimenticate, dove gay, lesbiche e transessuali sono discriminati, torturati, incarcerati, uccisi o che rischiano quotidianamente la pena di morte; inoltre si ricorda la particolare difficoltà delle persone glbtqi in molti Paesi dell’est Europa.
Si afferma quindi il dovere dell’accoglienza e della tutela verso chi fugge dal proprio Paese per sottrarsi a persecuzioni e pericoli, e si sostiene con forza la campagna di decriminalizzazione mondiale dell’omosessualità, presentata in sede Onu dall’Unione Europea, chiedendone una rapida e urgente approvazione.
L’Europride ribadisce il ruolo fondamentale del Parlamento europeo nell’avanzamento e nell’affermazione dei diritti civili. Per tale motivo si leva una forte preoccupazione per le difficoltà che sta incontrando la costruzione della Direttiva Europea sulla discriminazione orizzontale, osteggiata per motivazioni razziali ma anche da ingerenze religiose del Vaticano e delle chiese ortodosse, che avversano soprattutto le libertà sessuali.
Si denunciano quindi le spinte reazionarie che, non solo in Italia ma anche a livello europeo, tentano di frenare la lotta alle discriminazioni e si condannano i rigurgiti liberticidi e nazionalisti.
Nessuno può abbassare la guardia dinanzi alle possibili involuzioni e ai riflussi conservativi, anche chi vive in Paesi avanzati sui diritti civili.
Si chiede al Parlamento europeo uno scatto di orgoglio: una piena cultura del rispetto e del riconoscimento dell’altro è la migliore risposta al perpetrarsi di atteggiamenti di razzismo, sessismo, omofobia, lesbofobia e transfobia.
Europride di Roma del 2011 è quindi una forte affermazione di valori, rivendicazioni e aspettative non solo come denunce e richieste, ma anche e soprattutto di prospettiva di un futuro migliore e di felicità del vivere da pretendere.
Una occasione straordinaria per scendere in piazza non solo per gay, lesbiche, bisessuali e transessuali da tutta Europa, ma anche per quelle e quegli eterosessuali che sanno che anche la loro vita è più libera e tutelata, se lo è quella di tutte e tutti.
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