Mag 2012 “Chiediamo che le vittime della tratta
non siano dimenticate”
dell’Associazione Ragazze di Benin City
Questa che riceviamo e pubblichiamo volentieri è l’adesione dell’Associazione Ragazze di Benin City all’appello “Mai più complici” lanciato dall’associazione Se non ora quando e da alcune blogger. Sulla sequenza di femminicidi che hanno segnato i primi mesi del 2012 vedi anche la pagina che a Vanessa Scialfa ha dedicato Femminismo a Sud e che abbiamo voluto riproporre qui e la “lettera agli uomini del mio partito” di Fulvia Bandoli
“Chiediamo che le vittime della tratta non siano dimenticate”
Aderiamo all’appello contro la violenza sulle donne Mai più complici ma chiediamo che le vittime della tratta non siano dimenticate: dieci sono state uccise dall’inizio di quest’anno.
L’Italia rincorre primati: sono cinquantaquattro, dall’inizio di questo 2012, le donne morte per mano di uomo, e sono dieci le “altre” donne uccise nello stesso periodo, donne straniere, clandestine, vittime della tratta, ignorate da tutti, dimenticate anche dalle statistiche e dalle manifestazioni contro tanta violenza.
L’ultima vittima si chiama Joy, 20 anni, siciliana (NIGERIANA!) come Vanessa, strangolata e ritrovata sotto il ponte di una strada statale, come Vanessa. I nomi, l’età, le città cambiano, le storie invece si ripetono… E’ ora di dire basta e chiamare le cose con il loro nome, di registrare, riconoscere e misurarsi con l’orrore di bambine, ragazze, donne uccise nell’indifferenza. Queste violenze sono crimini, omicidi, anzi FEMMINICIDI.
E’ tempo che i media cambino il segno dei racconti e restituiscano tutti interi i volti, le parole e le storie di queste donne e delle “altre” e soprattutto la responsabilità di chi le uccide perché incapace di accettare la loro libertà.
E ancora una volta come abbiamo già fatto un anno fa, il 13 febbraio, chiediamo agli uomini di camminare e mobilitarsi con noi, per cercare insieme forme e parole nuove capaci di porre fine a quest’orrore.
Le ragazze sulla rete scrivono: con il sorriso di Vanessa e di Joy viene meno un pezzo d’Italia. Un paese che consente la morte delle donne è un paese che si allontana dall’Europa e dalla civiltà.
Vogliamo che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la violenza contro le donne e non per l’inerzia con la quale, tacendo, sceglie di assecondarla.
Chiediamo alle donne italiane di non dimenticarsi di noi, vittime della tratta, sfruttate sessualmente, uccise, stuprate.
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