Sarà in me?
di Olivier Malcor
Mi è mai capitato come uomo di voler bruciare una donna?
Per fortuna no!
Allora posso andare in pace o mi devo tormentare?
Sono circondato di casi concreti, nella vita come nel lavoro, dove la violenza maschile più pesante si manifesta indisturbata. Ci sono anche stati casi in cui alcuni di noi potevano fare qualcosa. Ma non abbiamo fatto nulla. In uno di questi casi conosco bene la vittima che non ha mancato di sottolineare l’inutilità delle tante parole pronunciate.
Allora sputare su Hegel?
Riproporre il teatro dell’oppresso?
La settimana scorsa a Parigi ho visto gente che faceva la simulazione di un pranzo di famiglia. In mezzo al pranzo si sentivano delle urla di donna e rumori da fine del mondo dai vicini. Cercavano di capire collettivamente cosa si può fare in un caso simile. Vai dal vicino? Gli regali un libro di Sibilla Aleramo? Cosa fai? Aspetti che lei esca?? Non si poteva parlare fra gli interventi. Si poteva solo intervenire, entrare in scena, provare una strategia.
Vietare la parola fra due interventi mi è sembrato un po’ cattivo, ma ho trovato l’idea interessante. Forse c’è un momento in cui le parole diventano indecenti.
Però intervenire senza avere coscienza del problema in me mi sembra un po’ inutile: andare a pulire a casa dei vicini senza avere fatto pulizia a casa mia?
Perciò amo tanto quelli di Maschile Plurale che parlano della propria violenza, quelli che stanno costantemente cercando di capire cosa abbiamo in comune con questa cultura che permette a un uomo di bruciare una donna. Quelli che creano opportunità per riconoscere collettivamente la nostra cultura maschile e liberarci dalla violenza. VI AMO!
Ma allora cosa mi dice quel femminicidio abominevole su di me?
Probabilmente non ho mai pensato a fare una cosa del genere ma so che il fuoco qualche volta l’ho visto in me con le donne. La prima volta nell’infanzia quando le mie sorelle grandi davanti a tutta la famiglia mi hanno dato l’ordine di rimettere a posto delle cose che avevo lasciato in disordine. Sono partito come una furia. Ero piccolo, erano grandi, ero maschio erano femmine. Era totalmente inaccettabile per me. Preferivo morire piuttosto che rimettere a posto. Abbiamo litigato tutto il possibile e credo di non aver mai rimesso a posto quel giorno. Mi sarà saltato il pranzo.
Perché questo fuoco? Perché davanti a tutte/i, le mie sorelle mi hanno dato un ordine, hanno esercitato potere su di me?e io mi ritrovavo impotente alla vista di tutte/i? Fare quello che chiedono le sorelle grandi mi fa sentire impotente? Qual’era la cosa così insopportabile per me nell’andare a rimettere due cose a posto come mi avevano chiesto? Il fatto di riconoscere potere alle mie sorelle davanti a tutte/i?
Forse mi chiarisco meglio nel secondo caso che mi viene in mente.
La ‘mia’ prima ragazza dopo un anno di separazione viene a vivere dal ‘mio’ vicino e caro amico. Ho vissuto 3 anni con lei, ho 21 anni in quel momento e credo che ho sentito Fuoco per il semplice fatto che lei, pubblicamente nel ‘mio’ quartiere, abbia espresso con tanta insolenza la sua libertà. Più che tutto forse per il fatto che abbia reso palese la mia totale sconfitta. Ma chi se ne fregava? Chi ha detto che era una sconfitta? E se lo era cosa c’è di insopportabile a perdere davanti a una donna o davanti a tutte/i?
Per fortuna è bastata una litigata con l’ex-amico. Una storia banale immagino. Ho cambiato città, ho cominciato a viaggiare. E’ stato facile per me in quel periodo. Ma chissà se ci fossero state altre variabile, dove andava a finire quel fuoco…
Ecco, un potenziale mostro in giro!!!!!
O uno che cerca di capire, superare, con gli altri, partendo da se, felicemente goffo.