UN’OCCASIONE PER RIFLETTERE SULLA VIOLENZA, FUORI E DENTRO DI NOI
Circa 8 anni fa, alcuni di noi hanno scritto un testo intitolato “La violenza contro le donne ci riguarda”. Muovevamo dalla consapevolezza di una problematica che nelle sue diverse forme, da quelle più esplicite e drammatiche a quelle più sottili e difficili da riconoscere, interrogava la nostra cultura, le nostre abitudini e le nostre stesse relazioni, senza possibilità di proiettare il problema su categorie altre (persone di culture diverse, o portatori di difficoltà psicologiche o sociali). Recentemente siamo stati portati a riflettere ancora più in profondità su questa intuizione da cui siamo partiti.
Un membro della nostra associazione, infatti, è stato accusato dalla sua ex compagna di essersi reso responsabile di violenze psicologiche durante la relazione, cioè di aver avuto atteggiamenti arroganti, prevaricanti, umilianti e di continua svalutazione, generando in lei una situazione di profonda sofferenza. Alcuni di noi, venuti a sapere della situazione, si sono attivati per incontrare e ascoltare separatamente i protagonisti della vicenda, per comprendere a fondo l’accaduto, cercando di contribuire a fare un po’ di chiarezza e a creare momenti di riflessione e di ripensamento, nonostante i punti di vista e i vissuti radicalmente differenti delle persone coinvolte. L’accusato infatti per parte sua considera ingiuste le accuse e interpreta l’accaduto alla luce di una conflittualità che si è esacerbata con la conclusione del loro rapporto.