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L’esperienza recente di MP e alcuni segnavia per il futuro

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L’esperienza recente di MP e alcuni segnavia per il futuro

 

 

Si è discusso molto – e abbiamo discusso anche tra noi – in queste settimane di quello che è successo intorno all’accusa di violenza che ha riguardato un esponente di Maschile Plurale.

Ne abbiamo discusso con lui, dapprima in una serie di scambi personali, poi anche in un incontro collettivo al quale hanno partecipato una ventina di noi. Abbiamo ascoltato il suo racconto e la sua sofferenza per un’accusa a suo giudizio infondata. Questo intenso scambio si è accompagnato alle parole molto chiare pronunciate da alcuni di noi: spesso nei casi di violenza chi la commette non ne è consapevole. L’appartenenza a una rete di uomini impegnati proprio sul terreno della violenza maschile richiede a maggior ragione un percorso diverso dal silenzio. Un percorso di aperta interrogazione sul proprio vissuto di fronte alla parola di una donna che afferma di aver subito violenza psicologica.

L’autonomia e il senso del percorso di Maschile Plurale, per me

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L’autonomia e il senso del percorso di Maschile Plurale, per me

 

di Stefano Ciccone

 

Le ultime settimane hanno visto molte polemiche attorno a Maschile plurale. Nella discussione sono però emerse alcune questioni generali su come affrontare la violenza maschile contro le donne, su che ruolo abbiano gli uomini in questo e, in modo ancor più radicale, se abbia senso o meno l’esistenza di un gruppo come Maschile Plurale e un impegno maschile “contro il patriarcato”.

Molte scelte e riflessioni sono state frutto di un confronto tra noi ma in questo caso parlerò soprattutto a titolo personale.

La discussione si è sviluppata su piani diversi: innanzitutto a partire da una donna che ha affermato di aver subito comportamenti psicologicamente violenti da un uomo di maschile plurale durante la loro precedente relazione: come avrebbe dovuto affrontare MP questa vicenda? La reazione degli uomini di questa rete è stata adeguata?

In seguito, si è contestato a MP di non aver tempestivamente cancellato dallo spazio Facebook un intervento esterno che commentava la vicenda di un uomo che aveva ucciso la moglie e due figli con una lettura “psicologica” considerata giustificazionista. Si è contestato a MP di non presidiare con tempestività il proprio spazio Facebook giungendo a ipotizzare che questa gestione fosse indice di una scarsa determinazione nella condanna della violenza maschile.

UN’OCCASIONE PER RIFLETTERE SULLA VIOLENZA, FUORI E DENTRO DI NOI

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UN’OCCASIONE PER RIFLETTERE SULLA VIOLENZA, FUORI E DENTRO DI NOI


Circa 8 anni fa, alcuni di noi hanno scritto un testo intitolato “La violenza contro le donne ci riguarda”. Muovevamo dalla consapevolezza di una problematica che nelle sue diverse forme, da quelle più esplicite e drammatiche a quelle più sottili e difficili da riconoscere, interrogava la nostra cultura, le nostre abitudini e le nostre stesse relazioni, senza possibilità di proiettare il problema su categorie altre (persone di culture diverse, o portatori di difficoltà psicologiche o sociali). Recentemente siamo stati portati a riflettere ancora più in profondità su questa intuizione da cui siamo partiti.

Un membro della nostra associazione, infatti, è stato accusato dalla sua ex compagna di essersi reso responsabile di violenze psicologiche durante la relazione, cioè di aver avuto atteggiamenti arroganti, prevaricanti, umilianti e di continua svalutazione, generando in lei una situazione di profonda sofferenza. Alcuni di noi, venuti a sapere della situazione, si sono attivati per incontrare e ascoltare separatamente i protagonisti della vicenda, per comprendere a fondo l’accaduto, cercando di contribuire a fare un po’ di chiarezza e a creare momenti di riflessione e di ripensamento, nonostante i punti di vista e i vissuti radicalmente differenti delle persone coinvolte. L’accusato infatti per parte sua considera ingiuste le accuse e interpreta l’accaduto alla luce di una conflittualità che si è esacerbata con la conclusione del loro rapporto.

Per approfondire

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Andare oltre la violenza. I desideri degli uomini, la politica, la vita.

Un testo da discutere

Questo testo è nato dagli scambi che hanno preceduto, accompagnato e seguito l’incontro nazionale promosso dall’associazione Maschileplurale nel marzo 2013 a Roma “Mio fratello è figlio unico. Cosa cambia se cambiano i desideri degli uomini?”. Lo hanno scritto e sottoscritto per ora uomini che partecipano alla  rete di  Maschileplurale, ma le adesioni sono individuali e il testo è aperto a tutti gli uomini che lo vorranno condividere. Intende essere un contributo all’ulteriore approfondimento dei temi affrontati con altri uomini, con le donne, con persone che si riconoscono in diverse identità sessuali. Adesioni e contributi da inviare all’indirizzo: [email protected]

Vogliamo costruire una politica che parta dal nostro desiderio di cambiamento come uomini.

Nel 2006 alcuni di noi, in un testo-appello apparso in rete e su alcuni giornali nazionali, hanno affermato che la violenza contro le donne, oltre ad essere una tragedia quotidiana, è un fenomeno che interroga soprattutto gli uomini, visto che da uomini viene compiuta. Centinaia di altri uomini hanno aderito all’appello e si sono detti d’accordo sulla necessità di cominciare a farsi realmente carico del problema, andando oltre le consuete e ormai logore espressioni di solidarietà con le vittime e di condanna verso i colpevoli.

Qualcosa è cambiato? E’ il momento di tentare un altro passo? Crediamo di sì.

 

Sett 2013 Il percorso maschile a Paestum di S.Ciccone e C.Vedovati

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Sett 2013
Il percorso maschile a Paestum
di Stefano Ciccone e Claudio Vedovati

Sul blog Paestum 2013, in vista del secondo incontro del femminismo italiano il primo fine settimana di ottobre, si è sviluppato un dibattito sulla presenza di uomini, proposta da un intervento di Sara Gandini e Laura Colombo. Sono intervenuti anche ALessio Miceli, Marco Cazzaniga e Alberto Leiss, e numerose femministe con opinioni diverse. Pubblichiamo l’intervento maschile più recente, di Stefano Ciccone e Claudio Vedovati. Segnaliamo anche lo scambio tra Alberto Leiss e Fulvia Bandoli sul sito DeA.

L’incontro nazionale promosso dalle donne a Paestum è un appuntamento che ci riguarda, come uomini. Ha già prodotto pensiero e ha affermato il carattere politico della relazione tra donne, spostando il discorso pubblico. Questa relazione non ci comprende, ma comunque ci trasforma e trasforma il mondo in cui viviamo, genera la necessità e la possibilità di un cambiamento nelle nostre vite. Se la libertà femminile ha cambiato il mondo, essa ha cambiato anche gli uomini: per noi è stata l’occasione per costruire anche un percorso di libertà maschile. Il nostro percorso individuale e collettivo come uomini è il frutto anche dalla relazione con il pensiero e la pratica delle donne, con il loro sapere e con il loro differente sguardo sul mondo.