Ago 2008 “Viaggio ai confini del maschile”
di Gianluca Ricciato
pubblicato sul quotidiano Liberazione, 1 Ago 2008
“La grazia più grande non è possedere, ma essere posseduti”. Questa frase di Pasolini racchiude molto dell’esperienza in corso a Bologna, e non a caso è stata scelta per una delle 30 domande del questionario Smascherati anche tu del Laboratorio sul desiderio maschile ad Atlantide [il questionario completo può essere scaricato dal sito di Smaschieramenti. ndr]. Generato dalle officine creative sempre in movimento del collettivo Antagonismogay di Bologna, il laboratorio è riuscito a coinvolgere un numero ampio di persone anche esterne al collettivo, di vari generi e orientamenti, che sono entrate nell’orbita degli incontri al Cassero di Porta Santo Stefano da aprile a oggi. Dopo una prima fase di discussione in cui le riunioni raggiungevano anche le 30 persone, importante per focalizzare il non facile cuore pulsante della tematica trattata, il nucleo operativo si è ristretto a circa 10 persone che si incontrano stabilmente, ma è un nucleo in movimento e spesso le incursioni esterne risultano decisive. Il primo risultato è stato appunto l’elaborazione di questo questionario e la presentazione pubblica durante due manifestazioni bolognesi, nei giorni che gravitavano intorno al Pride del 28 giugno. In queste occasioni abbiamo raccolto un centinaio di compilazioni che consideriamo un primo campione utile a far affiorare alcune tendenze, senza pretese statistiche o scientifiche.
Qual è dunque questo cuore pulsante? In realtà ce lo chiediamo continuamente durante e fuori dagli incontri, pretendere di esplorare il desiderio maschile come ci siamo messi in testa di fare apre battaglie su vari fronti, ma è una scommessa che riteniamo necessario giocare, tanto più in un momento di tentativi di revanchismo patriarcale come questo. Apre battaglie sul piano degli immaginari, non solo quelli stereotipati dell’uomo che non deve chiedere mai ma anche quelli che si vorrebbero affrancati, le soggettività varie la cui ricerca di affermazione e visibilità deve fare i conti con un potere mediatico che riassorbe e deforma le pratiche antagoniste, le svuota del potenziale decostruttivo e le ripropone sotto forma di macchiette e scimmiottamenti ad uso e consumo del voyeurismo da reality che confondono le acque nel delicato dibattito sulla libertà, i diritti e l’autodeterminazione di tutte le identità e di tutti i desideri. E magari fanno rientrare dalla finestra pratiche e pensieri sessisti o poco inclini alle differenze, interiorizzate magari inconsapevolmente anche negli ambienti di movimento. Difficile in un contesto simile parlare delle complesse dinamiche dei desideri di ognuno e ognuna, riuscire a eludere gli schemi e le categorie interiorizzate che creano steccati invece di fertili alleanze. Per questo motivo il laboratorio è prima di tutto un lavoro su di noi, sul desiderio nostro e su quello dell’altro da noi, sui sentieri che ci porta, senza il quale tutta la capacità disvelatrice di questa esperienza verrebbe meno. È una bella scommessa quindi per noi, come tutte le volte in cui si riescono ad adottare pratiche che rompono la dicotomia rigida pubblico/privato (vedi qui sotto domande 5 e 6)
Un primo livello di ricerca è quindi quello sull’immaginario, la rappresentazione del sé e dell’altro/altra, con un occhio puntato sulle dinamiche maschili. Ma questo piano ci ha portato subito a cogliere un altro aspetto fondamentale legato alla ricerca del desiderio maschile, quello della relazionalità. Abbiamo tentato di indagare la rigidità che sentiamo nello stereotipo maschile dell’autosufficienza, della scarsa capacità di porosità rispetto alla parola dell’altra persona, dell’autocensura interiore che in qualche modo sottende a dinamiche sociali sessiste e violente. Ce ne tiriamo fuori individualmente, ci sentiamo e ci pretendiamo “diversi”, ma la sfida è prima di tutto quella del cercare e riconoscere dentro di noi queste dinamiche, che esulano secondo noi da sessi e generi non perché tendiamo ad un indifferenziato sessuale, ma perché le pratiche negative dei modelli neo o tardopatriarcali contaminano tutto tutti e tutte, rendono difficili le libere relazioni, le schiacciano sotto il peso di una finta liberazione-emancipazione già acquisita, che non fa altro che nascondere uno stereotipo culturale della maschilità ancora pervasivo e incapace di fare i conti con la sua fragilità. Se dai questionari che abbiamo letto finora in qualche modo emerge ancora prevalente che le pratiche di affidamento relazionale tendono ancora al “femminile” (“lavo i miei panni sporchi prevalentemente con un’amica”, vedi qui sotto domanda 11), non è raro rilevare una resistenza a “parlare delle tue debolezze, dei tuoi sentimenti” anche da parte di soggettività diverse dall’eterosessuale maschio storicamente autarchico nella sua intimità, una resistenza che tocca anche soggettività nell’immaginario considerate più “sensibili”, come quelle gay o femminili. Sarà che dietro questa ostentata femminilizzazione della società non si muove invece un movimento inverso che rende sempre più difficile la relazionalità, genera diffidenze e autorepressioni, e ripropone sotto altre forme le topiche della virilità classica? O è segno di qualcos’altro, di tentativi di nuove forme di smarcamento che seguono percorsi ancora poco definibili? Certo è ancora presto per noi trarre conclusioni, finora stiamo solo cercando osservare tendenze e capirci qualcosa.
Il terzo livello di ricerca infine è inevitabilmente e finalmente quello della sessualità (che è quello che ci piace di più). Da questo punto di vista, per evitare di appesantire i compilatori dei questionari e anche noi stessi abbiamo giocato con le parole a sdrammatizzare certi tabù, senza cercare di sbatterli troppo in faccia all’intervistato ma allo stesso tempo senza eluderli (vedi qui sotto domande 25 e 26). Tornando alla frase iniziale di Pasolini sull’essere posseduti, una delle rotte nemmeno tanto clandestine per noi è sicuramente quella che esplora la penetrabilità del corpo maschile, da intendere sia come fisica che come emotiva, tutto quello che si muove intorno a ciò e i legami tra questo e gli altri due piani dell’immaginario collettivo e delle pratiche relazionali. La complessità e le intersezioni tra questi diversi piani di lettura del desiderio saranno probabilmente la base delle nostre indagini da ora in avanti.
DOM. 5. Quanto è importante per te manifestare il tuo orientamento sessuale?
a.) © Per nulla
b.) © Abbastanza
c.) © Molto
d.) © Essenziale
e.) © Non ne ho bisogno, sono etero
f.) © Non ne ho bisogno, il mio orientamento sessuale è evidente anche contro le mie intenzioni
g.) © …………….……………………………
DOM. 6. In quali situazioni hai sentito la necessità di manifestare il tuo orientamento sessuale?
a.) © Mai
b.) © Durante il servizio militare
c.) © Nello spogliatoio
d.) © Allo stadio
e.) © A scuola
f.) © Durante un rapporto sessuale
g.) © Ad una festa “particolare”
h.) © Per rifiutare un approccio
i.) © Ad una cena con persone omofobe
j.) © Ad una cena con persone eterofobe
k.) © Quando fra uomini si parla di donne
l.) © Quando fra uomini si parla di uomini
m.) © Quando fra donne si parla di uomini
n.) © Quando fra donne si parla di donne
o.) © Chi più ne ha più ne metta: ………………
DOM. 11. Con chi ti senti a tuo agio a parlare delle tue debolezze, dei tuoi sentimenti …insomma con chi lavi i tuoi panni sporchi?
a.) © con un’amica
b.) © con un amico
c.) © con un’amica, perché è del mio stesso genere
d.) © con un amico, perché è del mio stesso genere
e.) © con la mamma
f.) © non li lavo affatto, li sotterro
g.) © ………………………..……………………
DOM. 25. Ti senti attiv_: (sono possibili più risposte)
a.) © quando stai sopra
b.) © quando stai sotto
c.) © quando penetri
d.) © quando sei penetrat_
e.) © quando hai il controllo della situazione
f.) © quando ami qualcun_
g.) © quando ti senti amat_
h.) © quando ti vengono a prendere
i.) © quando tu vai a prendere
j.) © quando prendi l’iniziativa
k.) © quando soffri
l.) © quando fai soffrire
m.) © quando coccoli
n.) © quando sei coccolat_
o.) © quando perdi il controllo
p.) © quando mai
q.) © altro:…………………….
DOM. 26. Ti senti passiv_: (sono possibili più risposte)
(stesse risposte della 25)
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