Roma Sabato 29 Nov 2008Teatro Studio, ore 21
Auditorium Parco della Musica
con
Ascanio Celestini poeta del popolo
Claudio Giuliani chitarra
Antonello Ricci narratore
Riccardo Tesi organetto
conduce
Concita De Gregorio direttore de L’Unità
Intervengono
Giulia Rodano Assessore alla cultura della Regione Lazio
Roberto Di Giovan Paolo Senatore
Ospiti
Sandro Bellassai storico
Maria Rosa Cutrufelli giornalista, scrittrice
Vittoria Tola ricercatrice
Anna Maria Zanetti giornalista, biografa Lina Merlin
Progetto di
Viola Buzzi, Eugenio Manca
Consulenza testi e regia di
Antonello Ricci
Consulenza storica
Sandro Bellassai, Lea Nocera
100 uomini al giorno
Viaggio in tre atti intorno al mestiere più antico del mondo: il cliente
– canzoni, lettere, discorsi parlamentari –
ATTO ZERO
29 gennaio 1958, viene approvata la legge 75, che prende nome dalla senatrice Lina Merlin, prima firmataria. Pochi mesi per la smobilitazione e il 20 settembre le case di tolleranza chiudono i battenti.
Passano 50 anni. 29 novembre 2008.
Riprendiamo in mano i documenti che Lina raccolse, tra 1949 e 1958, per suggerire un punto di svolta nel costume, nella storia, nelle abitudini di un Paese che non condivise quella scelta.
“Preferisco Signora”
ATTO I
Nella seduta antimeridiana del 12 ottobre 1949 Lina Merlin pronuncia in Senato un ampio discorso per sostenere la legge che abolirà la prostituzione di Stato.
Un appassionato intervento, quello di Lina, ricco di approfondimenti scientifici e giuridici, ma anche di testimonianze delle “donne perdute” che nelle Case chiuse vivevano e “lavoravano”.
Il desiderio maschile
ATTO II
Forse guardare ai 9 milioni di clienti significherebbe dover ammettere l’esistenza di una questione maschile. Per una volta, allora, proviamo a prendere la prostituzione dal suo verso più oscuro, più vero e profondo. Proviamo a riflettere, dal palco di un teatro, sul reale protagonista della prostituzione, il desiderio maschile.
Concerto d’amore
ATTO III
Fingendosi anche lei una “signorina p.” Viola Buzzi scrive fuori tempo massimo
alla senatrice Lina. Un’improbabile autobiografia cantata, affollata da capitreno e vecchie contadine. Sogni e speranze consegnati a monetine da dieci lire messe a spiaccicare sui binari.
“Ci guardi signora, la più giovane ha 28 annila più vecchia 32. Siamo sfatte. In via dei Coronari 100 uomini al giornoper ognuna. Il padrone è ricco a milioni e noi sempre disgraziate”.
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