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Ott 2006 “Un mondo maschilista e violento. Un rapporto dell’ONU” di L.Eudati

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Ott 2006 “Un Mondo maschilista e violento. Un rapporto dell’ONU”
di Lara Eudati
dal quotidiano “Liberazione” del 12 Ott 2006

Sapete che cos’e’ il date rape? E’ lo stupro (o le botte) su appuntamento. Li subisce il 40% delle ragazze americane tra i 14 e i 17 anni: escono per una serata romantica con il boyfriend, che poi le costringe ad un rapporto sessuale oppure le picchia. Altro caso: il 35% delle francesi denuncia
violenze psicologiche da parte del compagno sentimentale. Ancora: ogni anno nel mondo 5.000 donne vengono ammazzate per “salvare l’onore”, circa 3.000 solo in Pakistan.

La liberazione più difficile…

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…Quella maschile 

Pubblichiamo un articolo di Lorenzo Di Santo apparso sul quotidiano "Il Centro" di Pescara, dove Di Santo ha organizzato un dibattito su potere e sessualità al quale hanno partecipato Lidia Menapace, Gennaro Migliore e Alberto Leiss

 

Su il "Centro" di qualche giorno fa un giornalista, maschio, chiedeva alle donne del perché del loro silenzio sull’ultima serie di violenze, stupri ed omicidi, da parte di uomini sulle donne…

A parte che non é affatto vero che le donne sono state zitte…

Sett 2006 “La liberazione più difficile…Quella maschile” di L.Di Santo

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Sett 2006 “La liberazione più difficile…quella maschile”
di Lorenzo Di Santo
già apparso sul quotidiano “Il Centro” di Pescara

Lorenzo Di Santo
ha recentemente organizzato un dibattito a Pescara sul tema potere e sessualità al quale hanno partecipato Lidia Menapace, Gennaro Migliore e Alberto Leiss. Pubblichiamo volentieri un suo articolo sul tema.

 

Su il “Centro” di qualche giorno fa un giornalista, maschio, chiedeva alle donne del perché del loro silenzio sull’ultima serie di violenze, stupri ed omicidi, da parte di uomini sulle donne. Le cronache di questi ultimi tempi ci segnalano un’intollerabile incremento della violenza patriarcale contro le donne. Una violenza, sono i dati che parlano, che davvero non ha confini: né di nazionalità e “colore”, né di status e classe. A parte che non é affatto vero che le donne sono state zitte, ricordo gli ultimi interventi su questo stesso giornale dell’assessora della provincia de L’Aquila e della consigliera regionale dell’Unione con una serie di proposte concrete, ma anche sulla stampa nazionale le donne sono intervenute, il punto è un altro.

Gen 2006 “Tra la prima parola e l’ultima” di S.Ciccone

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Gen 2006 Anche noi uomini in piazza. E non per solidarietà
di Stefano Ciccone
da  “Liberazione” del 14 Gen 2006
(in coincidenza con la manifestazione indetta dalle donne di “Usciamo dal silenzio” in difesa della legge 194)

Non c’è sostegno da dare alla lotta delle donne; c’è da costruire insieme lo spazio per una comune e differente libertà. A partire dalla nostra esperienza

Oggi, a Milano, non saranno solo le donne a manifestare contro gli attacchi alla legge 194.
Ci saranno anche molti uomini che parteciperanno individualmente, a partire dalla consapevolezza che in gioco con la libertà delle donne a decidere del proprio corpo è anche qualcosa che riguarda la loro vita, le loro relazioni e la loro libertà. Questa consapevolezza cresciuta ormai nelle storie individuali di molti di noi, è anche diventata nel nostro paese una pratica collettiva di uomini che hanno scelto di farne politica, relazione. A Milano ci sarà anche questa esperienza.

Lug 2001 “L’invisibile parzialità del maschile nella storia” di S.Bellassai

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Lug 2001 “Il maschile, l’invisibile parzialità”
di Sandro Bellassai
pubblicato in: Ethel Porzio Serravalle (a cura di), Saperi e libertà. Maschile e femminile nei libri, nella scuola e nella vita, vol. II, Milano, Polite-Associazione Italiana Editori, 2001

Durante un congresso nel 1982, lo storico statunitense Peter Filene si sentì porre da una perplessa collega la seguente domanda: «Ma cosa intendi quando dici che ti occupi di “men’s history”? […] Non è forse stata tutta la storia, alla fin fine, una storia che si è occupata di uomini?». Non si può certo dire che si trattasse di una domanda oziosa. Riflette Filene: «Proprio questa era – ed è – la questione fondamentale. Laddove le storiche delle donne hanno recuperato i loro soggetti da un’oscurità quasi totale, cosa c’era da scoprire per uno storico del maschile? Le attività e le idee degli uomini hanno dominato il paesaggio del passato a noi noto fin dove l’occhio poteva arrivare, dalle pianure bibliche ai grattacieli di New York. La consueta “storia dell’uomo” era esattamente questo. E allora, cosa rimane nel mondo che può ancora essere detto sul suo conto?»[1].