Mar 2012 “La rete degli uomini” di A.Baglioni
Senza categoria11/04/2012Paul Baran – Reti di distribuzione della comunicazione -1962 Mar 2012 “La rete degli uomini” Una rete è fatta di nodi e, per le cose umane, i nodi veri non […]
Paul Baran – Reti di distribuzione della comunicazione -1962 Mar 2012 “La rete degli uomini” Una rete è fatta di nodi e, per le cose umane, i nodi veri non […]
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In molte città in Italia 13 Apr 2012
“INSIEME testimoniamo del crimine più diffuso contro le donne”
In occasione della ripresa del processo
contro gli stupratori di Montalto di Castro.
Una mobilitazione di UDIcheSIAMO
La notte del 31 agosto 2007, a Montalto di Castro, dopo una festa, una ragazza di 15 anni venne stuprata da 8 coetanei. Denunciò il fatto e si trovò a dover affrontare un processo per stupro. Il sindaco della città, Salvatore Carai, pagò 20.000 € di spese legali per gli otto accusati, che vennero “messi in prova” per 24 mesi dal Tribunale di Roma, che avrebbe poi potuto dichiarare “estinto” il reato. Loro dicono di aver scritto una lettera per dire il loro pentimento.
Il dolore della ragazza, però, non sarà dichiarato estinto.
E’ arrivato in quest giorni in libreria, edito da edizioni Ediesse, Silenzi. Non detti, reticenze e assenze di (tra) donne e uomini, curato da Stefano Ciccone e Barbara Mapelli
Ne anticipiamo l’indice.
Mar 2012 “Autorità”
di Gian Andrea Franchi
Altri frammenti di una sua “filosofia biografica sono “Donde vengono le emozioni” e
Se la forma umana – mai definitiva, sempre precaria – è, inestricabilmente, donata e imposta, nel tempo e nel luogo della nascita – dell’origine e dell’inizio -, sorge un conflitto, che è la vita umana stessa, tra il dar forma come amore e l’imporre una determinata forma come potere. Il nato, l’in-fante, ha bisogno di ricevere la forma culturale umana che ancora non ha (ha soltanto la forma biologica). Uno degli elementi fondamentali della forma è il linguaggio. Nella lingua ci sono il donare e l’imporre, l’amore e il potere, che possono corrispondere storicamente al ruolo della madre e a quello del padre, alla lingua materna e alla lingua del padre, anche se ai ruoli non corrispondono necessariamente le persone e tenendo conto della crisi irreversibile del ruolo paterno. Il donare e l’imporre linguistici possono corrispondere anche alla distinzione saussuriana tra langue e parole e, in qualche misura, anche alla differenza tra lingua parlata e lingua scritta. A proposito del carattere impositivo della lingua, Roland Barthes notava che la lingua è per eccellenza l’ambito in cui s’inscrive il potere: la lingua è, prima di tutto, una classificazione, cioè l’assegnazione a posti già dati, l’uniformazione del nuovo al vecchio. In termini volutamente provocatori, affermava che ogni lingua è “tout simplement: fasciste”, perché fascismo non è impedire di dire, ma obbligare a dire 1). Tuttavia, nella lingua c’è anche il donare e quindi la possibilità di sottrarsi al suo carattere impositivo. E’ Michail Bachtin a insistere su questo aspetto.
Amore e potere indicano due accezioni dell’autorità, che corrispondono al significato originario dell’etimo latino – auctoritas, auctor, da augere, far crescere, accrescere – e all’uso corrente della parola che rimanda all’esercizio di un potere (governo e analoghi). Queste due accezioni – l’autorità che nasce dall’amore e l’autorità come potere – sono in conflitto ma possono anche confondersi e scambiarsi. Il loro rapporto è definibile nei termini temporali di apertura e chiusura. *Le due accezioni di autorità si definiscono in relazione al tempo: il tempo come donazione di vita, il tempo come rischio di morte. E’ evidente che il femminile esperisce la prima temporalità, il maschile è portato verso la seconda, che implica l’ossessione per la legge che è, essenzialmente, controllo del tempo.
Italia. Lo spogliatoio di una piscina (dal sito dell’Inail)