Maschile Plurale

Follow Us

  • Facebook
  • Twitter
  • YouTube
Maschile Plurale
  • Home
  • CHI SIAMO
  • SOSTIENICI
  • CONTATTI

Mag 2012 “Per amore della libertà” di F.Fortunato

  • Senza categoria

Mag 2012 “Per amore della libertà”
di Franca Fortunato 
pubblicato dalla rivista bimestrale Mezzocielo
nel numero Apr Mag 2012 “Contro la mafia perché donne”

La ‘nadrangheta è sempre stata , ed è, un fenomeno criminale costruito dagli uomini all’interno di un ordine sociale e simbolico patriarcale, fondato sulla famiglia e sulla subordinazione all’uomo della donna in quanto madre, sorella e figlia.
Tale subordinazione è stata sempre il punto di forza dell’organizzazione. Il fatto che la famiglia di sangue e la famiglia mafiosa coincidessero, ha consentito alla ‘ndrangheta di evitare fenomeni come il “pentitismo” e quando c’è stato qualche pentito non ha mai pensato di ucciderlo, né di uccidere i suoi familiari, se non a condanna definitiva. La strategia scelta è stata quella, tramite le mogli e con molto  denaro, di fare pressione sul  pentito perché interrompesse la collaborazione. A un certo punto, una nuova  minaccia, più potente, ed imprevista, si è abbattuta su di essa. Mi riferisco alle tante donne, testimoni e collaboratrici di giustizia, che, in questi ultimi anni, hanno tolto agli uomini quello che le loro madri, per generazioni, avevano garantito: fedeltà e complicità, subordinazione e omertà, continuità e forza. 

Sono queste figlie che, con le loro scelte, oggi stanno erodendo la ‘ndrangheta fin dalle fondamenta, almeno quella che conosciamo fino ad ora. Lea Garofalo, assassinata e sciolta nell’acido dopo essere stata torturata. Giuseppina Pesce, figlia di una delle più potenti famiglie mafiose della Piana di Gioia Tauro che, con le sue dichiarazioni, ha fatto arrestare anche la madre e la sorella.  Maria Concetta Cacciola, fatta “suicidare” dalla famiglia, dopo aver iniziato la collaborazione. Tina Buccafusca, moglie del boss Pantaleone Mancuso di Nicotera, “suicida” prima che iniziasse la collaborazione con i magistrati. Rosa Ferraro, testimone contro i Pesce nel processo “All’Inside”.

Sono loro la prima generazione di donne, nate e cresciute in famiglie mafiose, che con le loro scelte stanno trasformando in debolezza quello che è sempre stato motivo di forza per la ‘ndrangheta. La coincidenza delle due famiglie. Lasciano mariti che non amano più, collaborano con i magistrati, denunciano genitori, parenti, familiari, mettono in discussione l’autorità e l’identità dei maschi dentro e fuori la famiglia.

La reazione violenta dei loro uomini era prevedibile, loro lo sapevano, come lo sanno le tante vittime della violenza maschile sul corpo delle donne (mogli, fidanzate, ex, sorelle, figlie) che decidono di lasciare i propri uomini e riappropriarsi della propria esistenza.

Che cosa spinge queste donne a rischiare la vita? Da dove traggono la loro forza? Per che cosa lottano e, a volte, muoiono? Per il desiderio di legalità e giustizia, come ripetono in molti?  Non credo proprio. “Lo faccio per i miei figli, solo per i miei figli, e per me stessa, per avere una vita migliore”. E’ quanto ripetono tutte.

Nessuna di loro rinnega la famiglia da cui proviene, abbandona il marito mafioso, per il trionfo della legalità, ma solo e soltanto per amore di sé e delle proprie creature. E’ la libertà femminile che cammina nel mondo e che fa paura a tanti uomini, anche e ancora di più ai mafiosi. Il prezzo che queste donne stanno pagando, o rischiano di pagare,  è alto, molto alto. Un prezzo doloroso, certo, ma non inutile. La misura delle loro scelte non  è la quantità di arresti di mafiosi o la distruzione stessa della ‘ndrangheta, queste sono solo secondarie, vengono, se vengono, solo dopo il guadagno di consapevolezza della propria libertà, che queste madri stanno trasmettendo alle loro figlie.

Basta pensare a Denise, figlia di Lea Garofalo, che si è costituita parte civile contro il padre, in nome della madre, grazie a cui ha potuto dire ai  suoi parenti: “Lo so che per la vostra mentalità sto sbagliando, ma voglio avere la possibilità di avere una vita diversa”. E una vita diversa la chiedono anche Annamaria Molé e Roberta Bellocco, appartenenti a due delle più potenti famiglie mafiose della Piana di Gioia Tauro, studentesse del Liceo scientifico di Rosarno che, in un convegno sulla legalità, organizzato dalla scuola, hanno dato testimonianza del loro desiderio di essere libere di poter vivere la propria vita, nonostante il nome che portano.

Donne di una Calabria attraversata dalla libertà femminile. Dico questo pensando anche ad Anna Maria Scarfò di Taurianova, che ha denunciato e mandato in carcere i suoi violentatori, alcuni dei quali mafiosi. Alle sindache Elisabetta Tripodi di Rosarno e Carolina Girasole di Isola Capo Rizzuto, che quotidianamente governano la propria comunità, rischiando la vita. A tutte le donne che nelle scuole insegnano alle più giovani l’autorizzazione ad essere libere. Scuole frequentate anche dalle figlie dei mafiosi. Insomma, le collaboratrici sono parte di una Calabria che sta cambiando, che è già cambiata, grazie alle donne. Vedere e riconoscere nel desiderio di libertà le reali ragioni che spingono le donne a collaborare con la giustizia, impone a rivedere i paradigmi stessi della lotta alla mafia. Le collaboratrici non possono essere separate dalle figlie e dai figli, lasciate/i a quella famiglia da cui vogliono fuggire, come è avvenuto per Maria Concetta Cacciola. Una donna, una madre va protetta insieme, e non separata, dalle figlie e dai figli, indipendentemente dagli arresti o meno conseguenti alle sue dichiarazioni. Questo vuol dire che non si può continuare a guardare alla lotta alla ‘ndrangheta senza tenere conto della differenza sessuale. Donne e uomini non sono la stessa cosa, neppure nella lotta alla ‘ndrangheta.

Maschile Plurale28/05/2012

Post navigation

Mag 2012 “Salvarsi la coscienza” di B.Pavan → ← Apr 2012 “Cinquantaquattro” dal Sito Femminismo a Sud

Related Posts

Maschilità Smascherata – L’esperienza del Gruppo GNAM

È uscito il libro “Maschilità Mascherata – L’esperienza del Gruppo GNAM“, a cura di Marco Forlani, con i contributi di Michele Giussani, Luca Milani, Marco Musso, Roberto Raimondo e con […]

Webinar gratuiti del progetto Never Again

Il progetto Never Again, di cui siamo Partner, promuove due webinar gratuiti di approfondimento tematico:   Il primo, dal titolo “La vittimizzazione secondaria in ambito civile”, è programmato per il […]

Call per laboratori – Educare alle differenze

La rete Educare alle Differenze, alla quale prende parte Maschile Plurale, proroga fino al 27 giugno 2022 la call per i laboratori della VIII edizione dal Meeting nazionale -24/25 settembre- a […]

Quinta condanna di Strasburgo, l’Italia non ha protetto la vittima di violenza – Il Sole 24 Ore

Nuova condanna per l’Italia per violazione dell’articolo 3 della Convenzione dei diritti dell’Uomo. La Corte europea registra, in vari casi, provvedimenti investigativi inadeguati e carenze nel proteggere donne e minori […]

Articoli recenti

  • Se non mi spiegate non ci sto – Giancarla Codrignani
  • Parole di Donna
  • Maschilità Smascherata – Presentazione e pranzo
  • Omicidi e radici familiari – Vittorio Filippi
  • Tavola Rotonda: Padri, davvero. Dialoghi su un ruolo che cambia

Commenti recenti

  • Maschile Plurale su Gruppo Uomini Monza-Brianza
  • Domenico su Contatti Associazione e Rete
  • Marco Galletti su Gruppo Uomini Monza-Brianza
  • Maschile Plurale su Contatti Associazione e Rete
  • Maschile Plurale su Contatti Associazione e Rete

Categorie

  • APPELLI E TESTI COLLETTIVI
  • ARGOMENTI
    • ARCHIVIO EDUCAZIONE E FORMAZIONE
      • LA DIFFERENZA SIAMO NOI
      • TRASFORMAZIONE – GRUPPO FORMAZIONE E DIDATTICA
    • IMPEGNO CONTRO LA VIOLENZA
      • #Saranonsarà
      • CI RIGUARDA
      • COLONIA
    • LGBTQ
      • I NOSTRI PRIDE
    • PATERNITA'
    • POLITICA E GENERE
    • PROSTITUZIONE E TRATTA
  • CAM FERRARA
  • INIZIATIVE
    • ARCHIVIO EVENTI
    • ARCHIVIO PROGETTI
    • INCONTRI DELLA RETE
    • PRIMADELLAVIOLENZA
  • LA RETE DEGLI UOMINI
    • BARI
      • UOMINI IN GIOCO – BARI
    • BRIANZA
      • GRUPPO UOMINI MONZA-BRIANZA
    • CERCHIO DEGLI UOMINI – TORINO
    • GRUPPO MASCHILE PLURALE – BOLOGNA
    • LIVORNO
      • LUI – LIVORNO UOMINI INSIEME
    • MILANO
      • CERCHIO DEGLI UOMINI – MILANO
    • PALERMO
    • PARMA
    • PINEROLO (TO)
      • UOMINI IN CAMMINO – PINEROLO
    • PISA
      • NUOVO MASCHILE – PISA
    • ROMA
      • GRUPPO MASCHILE PLURALE – ROMA (chiuso)
    • VERONA
      • GRUPPO UOMINI VERONA
    • VIAREGGIO
      • GUV – GRUPPO UOMINI VIAREGGIO
  • LIBRI
    • 2009
    • 2012
    • 2013
    • 2014
    • 2015
    • 2016
    • 2018
    • 2019
    • 2021
  • LUCCA
  • NOI NO
  • PROSSIMI EVENTI
  • QUADERNI DEL VENERDI'
  • Senza categoria


MASCHILE PLURALE

  • Home
  • CHI SIAMO
  • SOSTIENICI
  • CONTATTI

PROGETTI AMICI

  • CENTRI E SERVIZI PER UOMINI AUTORI DI VIOLENZA
  • CAM FERRARA
  • MASCHIO PER OBBLIGO
  • NOI NO
Powered by WordPress | theme Diamond