Maschile Plurale

Follow Us

  • Facebook
  • Twitter
  • YouTube
Maschile Plurale
  • Home
  • CHI SIAMO
  • SOSTIENICI
  • CONTATTI

Set 2006 “La violenza contro le donne ci riguarda”. Il testo dell’appello

  • APPELLI E TESTI COLLETTIVI
  • CI RIGUARDA
  • IMPEGNO CONTRO LA VIOLENZA

La violenza contro le donne ci riguarda: prendiamo la parola come uomini


Appello pubblicato il 19 Set 2006

sui quotidiani “Il manifesto” e “Liberazione”

 

maschile-plurale

Assistiamo a un ritorno quotidiano della violenza esercitata da uomini sulle donne. Con dati allarmanti anche nei paesi “evoluti” dell’Occidente democratico. Violenze che vanno dalle forme più barbare dell’omicidio e dello stupro, delle percosse, alla costrizione e alla negazione della libertà negli ambiti familiari, sino alle manifestazioni di disprezzo del corpo femminile.  Una recente ricerca del Consiglio d’Europa afferma che l’aggressività maschile è la prima causa  di morte violenta e di invalidità permanente per le donne fra i 16 e i 44 anni in tutto il mondo . E tale violenza si consuma soprattutto tra le pareti domestiche.

Siamo di fronte a una recrudescenza quantitativa di queste violenze? Oppure a un aumento delle denunce da parte delle donne? Resta il fatto che esiste ormai un’opinione pubblica e un senso comune, che non tollera più queste manifestazioni estreme della sessualità e della prevaricazione maschile.

Chi lavora nella scuola e nei servizi sociali sul territorio denuncia poi una situazione spesso molto critica nei comportamenti degli adolescenti maschi, più inclini delle loro coetanee femmine a comportamenti violenti, individuali e di gruppo.

Forse il tramonto delle vecchie relazioni tra i sessi basate su una indiscussa supremazia maschile provoca una crisi e uno spaesamento negli uomini che richiedono una nuova capacità di riflessione, di autocoscienza, una ricerca approfondita sulle dinamiche della propria sessualità e sulla natura delle relazioni con le donne e con gli altri uomini.

La rivoluzione femminile che abbiamo conosciuto dalla seconda metà del secolo scorso ha cambiato radicalmente il mondo.
Sono mutate prima di tutto le nostre vite, le relazioni familiari, l’amicizia e l’amore tra uomini e donne, il rapporto con figlie e figli. Sono cambiate consuetudini e modi di sentire. Anche le norme scritte della nostra convivenza registrano, sia pure a fatica, questo cambiamento.

L’affermarsi della libertà femminile non è una realtà delle sole società occidentali. Il moto di emancipazione e liberazione delle donne si è esteso, con molte forme,  modalità e sensibilità diverse, in tutto il mondo.
La condizione della donna torna in modo frequente nelle polemiche sullo “scontro di civiltà” che sarebbe in atto nel mondo. Noi pensiamo che la logica della guerra e dello “scontro di civiltà” può essere vinta solo con un “cambio di civiltà” fondato in tutto il mondo su una nuova qualità del rapporto tra gli uomini e le donne.

Oggi attraversiamo una fase contraddittoria, in cui sembra manifestarsi una larga e violenta “reazione” contraria al mutamento prodotto dalla rivoluzione femminile. La violenza fisica contro le donne può essere interpretata in termini di continuità, osservando il permanere di un’antica attitudine maschile che forse per la prima volta viene sottoposta a una critica sociale così alta, ma anche in termini di novità, come una “risposta” nel quotidiano alle mutate relazioni tra i sessi.
Un altro sintomo inquietante è il proliferare di mentalità e comportamenti ispirati da fondamentalismi di varia natura religiosa, etnica e politica, che si accompagnano sistematicamente a una visione autoritaria e maschilista del ruolo della donna. Queste stesse tendenze sono però attualmente sottoposte a una critica sempre più vasta, soprattutto – ma non esclusivamente – da parte femminile

La recente cronaca italiana ci ha offerto alcuni casi drammatici, eclatanti che rivelano anche modi diversi di accanirsi sul corpo e sulla mente femminile.
Una ragazza incinta viene seppellita viva dall’amante, che non vuole affrontare il probabile scandalo. Un fratello insegue e uccide la sorella, rea di non aver obbedito al diktat matrimoniale della famiglia.  Un immigrato pakistano uccide la figlia, aiutato da altri parenti maschi, perché non segue i costumi sessuali etnici e religiosi della comunità. In alcune città si susseguono episodi di stupro da parte di giovani immigrati ma anche di maschi italiani. Sono italiani gli stupratori di una ragazza lesbica a Torre del Lago.  Italiano l’assassino che a Parma ha ucciso con otto  coltellate la ex fidanzata, che perseguitava da qualche anno.  Ultimo caso di una lunga scia di delitti commessi in questi ultimi anni in Italia da uomini contro le ex mogli o fidanzate, o contro compagne in procinto di lasciarli.

Il clamore e lo scandalo sono alti. In un contesto di insicurezza (in parte reale, in parte enfatizzata dai media e da settori della politica), di continua emergenza e paura per le azioni del terrorismo di matrice islamica e per le contraddizioni prodotte dalla nuova dimensione dei flussi di immigrazione, nel dibattito pubblico la matrice della violenza patriarcale e sessuale è stata spesso riferita a culture e religioni diverse dalla nostra.
Molte voci però hanno insistito giustamente sul fatto che anche la nostra società occidentale non è stata e non è a tutt’oggi immune da questo tipo di violenza.  E’ anzi possibile che il rilievo mediatico attribuito alla violenza sessuale che viene dallo “straniero” risponda a un meccanismo inconscio di rimozione e di falsa coscienza rispetto all’esistenza di questo stesso tipo di violenza, anche se in diversi contesti culturali, nei comportamenti di noi maschi occidentali.
Si è parlato dell’esigenza di un maggiore ruolo delle istituzioni pubbliche, sino alla costituzione come parti civili degli enti locali e dello stato nei processi per violenze contro le donne. Si è persino messo sotto accusa un ipotetico “silenzio del femminismo” di fronte alla moltiplicazione dei casi di violenza.

Noi pensiamo che sia giunto il momento, prima di tutto, di  una chiara presa di parola pubblica e di assunzione di responsabilità da parte maschile. In questi anni non sono mancati singoli uomini e gruppi maschili che hanno cercato di riflettere sulla crisi dell’ordine patriarcale.
Ma oggi è necessario un salto di qualità, una presa di coscienza collettiva.

La violenza è l’emergenza più drammatica.
Una forte presenza pubblica maschile contro la violenza degli uomini potrebbe assumere valore simbolico rilevante. Anche convocando nelle città manifestazioni, incontri, assemblee, per provocare un confronto reale.
Siamo poi convinti che un filo unico leghi fenomeni anche molto distanti tra loro ma riconducibili alla sempre più insopportabile resistenza con cui la parte maschile della società reagisce alla volontà che le donne hanno di decidere della propria vita, di significare e di agire la loro nuova libertà:

Il corpo femminile è negato con la violenza.
Ma viene anche disprezzato e considerato un mero oggetto di scambio (come ha dimostrato il recente scandalo sulle prestazioni sessuali chieste da uomini di potere in cambio di apparizioni in programmi tv ecc.). Viene rimosso da ambiti decisivi per il potere: nella politica, nell’accademia,  nell’informazione, nell’impresa.
Lo sguardo maschile – pensiamo anche alle organizzazioni sindacali – non vede ancora adeguatamente la grande trasformazione delle nostre società prodotta negli ultimi decenni dal massiccio ingresso delle donne nel mercato del lavoro.

Chiediamo che si apra finalmente una riflessione pubblica tra gli uomini, nelle famiglie, nelle scuole e nelle università, nei luoghi della politica e dell’informazione, nel mondo del lavoro. Una riflessione comune capace di determinare una sempre più riconoscibile svolta nei comportamenti concreti di ciascuno di noi.

Primi firmatari
Sandro Bellassai,
Stefano Ciccone,
Marco Deriu,
Massimo Michele Greco,
Alberto Leiss,
Jones Mannino,
Claudio Vedovati.

per aderire inviare un email ad [email protected]
appello ci riguarda maschile plurale Violenza maschile
Maschile Plurale10/09/2006

Post navigation

Ott 2006 “La violenza contro le donne ci riguarda”. Le ragioni di questo appello → ← Feb 2006 “Appello a sostegno della Casa delle donne per non subire violenza di Bologna”

2 thoughts on “Set 2006 “La violenza contro le donne ci riguarda”. Il testo dell’appello”

  1. Pingback: La violenza contro le donne è un problema delle donne e degli uomini – Antonella Valer, Libera e uguale
  2. Silvia ha detto:
    30/07/2019 alle 13:28

    Si, il corpo femminile è negato con la violenza. Ma soprattutto con mezzi o meccanismi molto sottili e sofisticati, come approfondisce in modo straordinario, mi pare, ‘Mestruazione: liberazione’ pubblicato recentemente. Tra l’altro, assai indicato proprio in questo contesto del discorso, visto che è appunto firmato da un uomo!

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Solve : *
25 + 8 =


Related Posts

Never Again – Evento conclusivo

Never Again volge al termine!   Mercoledì 16 novembre, presso Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” si terrà l’evento conclusivo del progetto Never Again – Contro la vittimizzazione secondaria […]

Le spose a Conversano – Cronaca dall’interno di un laboratorio per soli uomini

“Le Spose di BB” è stata un’importante indagine condotta attraverso un laboratorio teatrale rivolta alla sensibilizzazione, alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere e nelle relazioni. Il laboratorio […]

Maschilità Smascherata – L’esperienza del Gruppo GNAM

È uscito il libro “Maschilità Mascherata – L’esperienza del Gruppo GNAM“, a cura di Marco Forlani, con i contributi di Michele Giussani, Luca Milani, Marco Musso, Roberto Raimondo e con […]

Le parole per dirlo – Vademecum di Never Again

“Le parole per dirlo”: pubblicate le linee guida di Never Again sulla narrazione della violenza maschile contro le donne!   Uno strumento, dedicato a chi si occupa di informazione, per […]

Articoli recenti

  • Se non mi spiegate non ci sto – Giancarla Codrignani
  • Parole di Donna
  • Maschilità Smascherata – Presentazione e pranzo
  • Omicidi e radici familiari – Vittorio Filippi
  • Tavola Rotonda: Padri, davvero. Dialoghi su un ruolo che cambia

Commenti recenti

  • Maschile Plurale su Gruppo Uomini Monza-Brianza
  • Domenico su Contatti Associazione e Rete
  • Marco Galletti su Gruppo Uomini Monza-Brianza
  • Maschile Plurale su Contatti Associazione e Rete
  • Maschile Plurale su Contatti Associazione e Rete

Categorie

  • APPELLI E TESTI COLLETTIVI
  • ARGOMENTI
    • ARCHIVIO EDUCAZIONE E FORMAZIONE
      • LA DIFFERENZA SIAMO NOI
      • TRASFORMAZIONE – GRUPPO FORMAZIONE E DIDATTICA
    • IMPEGNO CONTRO LA VIOLENZA
      • #Saranonsarà
      • CI RIGUARDA
      • COLONIA
    • LGBTQ
      • I NOSTRI PRIDE
    • PATERNITA'
    • POLITICA E GENERE
    • PROSTITUZIONE E TRATTA
  • CAM FERRARA
  • INIZIATIVE
    • ARCHIVIO EVENTI
    • ARCHIVIO PROGETTI
    • INCONTRI DELLA RETE
    • PRIMADELLAVIOLENZA
  • LA RETE DEGLI UOMINI
    • BARI
      • UOMINI IN GIOCO – BARI
    • BRIANZA
      • GRUPPO UOMINI MONZA-BRIANZA
    • CERCHIO DEGLI UOMINI – TORINO
    • GRUPPO MASCHILE PLURALE – BOLOGNA
    • LIVORNO
      • LUI – LIVORNO UOMINI INSIEME
    • MILANO
      • CERCHIO DEGLI UOMINI – MILANO
    • PALERMO
    • PARMA
    • PINEROLO (TO)
      • UOMINI IN CAMMINO – PINEROLO
    • PISA
      • NUOVO MASCHILE – PISA
    • ROMA
      • GRUPPO MASCHILE PLURALE – ROMA (chiuso)
    • VERONA
      • GRUPPO UOMINI VERONA
    • VIAREGGIO
      • GUV – GRUPPO UOMINI VIAREGGIO
  • LIBRI
    • 2009
    • 2012
    • 2013
    • 2014
    • 2015
    • 2016
    • 2018
    • 2019
    • 2021
  • LUCCA
  • NOI NO
  • PROSSIMI EVENTI
  • QUADERNI DEL VENERDI'
  • Senza categoria


MASCHILE PLURALE

  • Home
  • CHI SIAMO
  • SOSTIENICI
  • CONTATTI

PROGETTI AMICI

  • CENTRI E SERVIZI PER UOMINI AUTORI DI VIOLENZA
  • CAM FERRARA
  • MASCHIO PER OBBLIGO
  • NOI NO
Powered by WordPress | theme Diamond