Maschile Plurale

Follow Us

  • Facebook
  • Twitter
  • YouTube
Maschile Plurale
  • Home
  • Cos’è Maschile Plurale
  • Cosa fare per contattarci
  • Nuova Associazione
  • Contributi pubblici 2020-21

IQDV#48 – Storia di Nisha

  • POLITICA E GENERE
  • QUADERNI DEL VENERDI'
  • VIOLENZA MASCHILE CONTRO LE DONNE

 

STORIA DI NISHA

 di Mario Simoncini

 

   Questa storia la voglio raccontare perché è una storia che mi ha catturato, mi ha fatto attorcigliare le budella, mi è entrata nel cuore e nella pancia. E’ la storia di Nisha, una ragazza pakistana di 16 anni, che viveva in Norvegia assieme a padre e madre, a un fratello, e a una sorella più piccola. La famiglia le lasciava lente le redini, Nisha andava a scuola, faceva sport, frequentava ragazzi, aveva un’amica del cuore con cui si scambiava le confidenze che di solito si scambiano le ragazze di quell’età, non portava neppure il velo pur essendo musulmana. E aveva un fidanzatino. Non è che ci facesse sesso, col fidanzatino, solo qualche bacio, niente di più. Il padre, affettuoso e severo a un tempo, premuroso al punto da assicurarsi che la sera i figli più grandi fossero già a letto socchiudendo la porta delle loro camere, la incitava a studiare, voleva che dopo la scuola andasse all’università per poi trovarsi un lavoro, affermarsi nella professione scelta, più o meno come il fratello.

   Una sera, però, il fidanzatino, scavalcando un paio di balconi, quei balconi che Nisha adoperava spesso per calarsi giù e uscire indisturbata dopo che tutti gli altri erano già a letto, la raggiunge nella sua camera. E’ venuto per fare finalmente l’amore o soltanto per chiacchierare, tra una carezza e un bacio? Non lo sapremo mai, perché il padre, sentendo rumore, irrompe nella stanza di Nisha e urlando picchia selvaggiamente il ragazzo. Ora, che dirà la gente? Se lo chiede soprattutto la madre, preoccupata che la comunità pakistana venga a conoscenza della condotta scandalosa della ragazza. Il rimedio è quello classico: i ragazzi si sposeranno e così tutto andrà a posto. Ma Nisha, incontrando ancora una volta il fidanzatino, capisce che non è lui l’uomo della sua vita, e capisce, soprattutto, di non avere nessuna voglia di sposarsi, lei ancora così giovane, quasi una bambina.

   I suoi genitori sono sconvolti dal suo rifiuto di sposarsi, i servizi sociali cui la ragazza si è rivolta per sottrarsi alla furia del padre, le danno appoggio e la ospitano in una loro casa protetta. Nisha, tuttavia, ha nostalgia della sua famiglia, e così basta una telefonata apparentemente affettuosa della madre a convincerla a tornare a casa. Ma è tutto un inganno: il padre è venuto a prenderla in macchina insieme al fratello, lei domanda con insistenza “dove stiamo andando?” ma i due non le rispondono neppure. Arrivano all’aeroporto, dove, congedato il fratello, padre e figlia si imbarcano per il Pakistan. Nisha sarà ospite della zia, sorella del padre, e della sua famiglia. Sarà guardata a vista, di fatto prigioniera, subirà una sorta di rieducazione, di disintossicazione dai costumi occidentali (quegli idioti degli occidentali, così a tavola li ha definiti una volta suo padre). Inutile cercare di fuggire: Nisha prova ad allontanarsi di notte, ma non sa dove andare, i vicoli attorno alla casa sono un reticolo minaccioso, abitato da uomini che la molestano (figuriamoci, una ragazza che gira da sola di notte), e quando lei, vinta, torna alla sua prigione, la zia la accoglie sussurrandole beffarda “volevi andare in aeroporto? è a 350 km da qui!”

   Inizia questa nuova vita, con i suoi rituali quotidiani, sempre uguali: bisogna andare al mercato con la zia, contrattare con i venditori, subire gli sguardi maliziosi degli uomini, e poi tornare a casa e imparare la preparazione di cibi tradizionali… e se no che senso avrebbe questa trasferta? Sembra che a poco a poco Nisha si stia rassegnando, appare più obbediente, più serena, più rispettosa verso gli zii, fa amicizia con la cuginetta con cui condivide la stanza, e non è insensibile alla corte timida e discreta del cugino. Ma ancora una volta lo scandalo è in agguato: i due “innamorati” escono furtivamente di sera tardi e vengono sorpresi mentre si baciano da una pattuglia di poliziotti che, dopo avere picchiato il ragazzo, insultato Nisha, fatti spogliare i due e averli filmati con i cellulari, li riportano a casa pretendendo una mazzetta in cambio del silenzio sulla vicenda. Il padre di Nisha accorre dalla lontana Norvegia per affrontare i parenti inferociti e trovare una soluzione. Invano propone il matrimonio tra i cugini: gli zii non vogliono avere più in casa la svergognata, e il ragazzo, che sembrava tanto innamorato della cugina, interpellato sulla possibilità di sposarla si limita a rispondere invece che obbedirà al volere dei genitori.

   Non resta che tornare in Norvegia, dove Nisha si trova a subire l’ostilità della madre, che lamenta l’ostracismo della comunità e la conseguente esclusione dalla vita sociale. Nisha è anche lì una prigioniera, costretta a cambiare scuola rinunciando alle vecchie amicizie, accompagnata dal padre all’entrata e all’uscita, e per di più le antiche ambizioni di ingresso all’università e di carriera professionale vengono abbandonate: una famiglia di vecchi conoscenti, infatti, offre un’occasione di “riscatto sociale” alla famiglia proponendo il matrimonio col figlio, che per il momento studia all’estero e col quale si stabilisce un collegamento via skype per sottoporlo all’approvazione dei futuri consuoceri. Nisha acconsente alle nozze, pur sapendo che il suo destino sarà simile a quello di sua madre, una brava donna di casa, abile in cucina e irreprensibile nei costumi. Anche di fronte alle assistenti sociali, che hanno convocato la famiglia dopo il ritorno della ragazza in Norvegia, Nisha appare remissiva e rassegnata alla vita che la attende accanto al futuro marito.

   E’ arrivato l’inverno nel frattempo, nevica in Norvegia, una coltre di neve spessa copre le strade della città. E’ notte. Nisha, accompagnata dallo sguardo complice della sorellina, si alza dal letto furtivamente, indossa un maglione e un paio di jeans e scavalcando il balcone e calandosi giù come una volta raggiunge la strada e si allontana correndo, finalmente libera. Ma non è del tutto sola: il padre, infatti, si è accorto della sua fuga e, attraverso il vetro della finestra, la guarda apparentemente impassibile. Non sappiamo cosa gli passa per la testa, ma ci piace pensare che il suo sguardo sia uno sguardo di ammirazione e di rispetto per la ragazza, ci piace pensare che abbia finalmente abbandonato la sua corazza di oppressore e che abbia dunque compreso il valore della libertà, della libertà di Nisha, che in qualche modo è anche la sua libertà. Ci piace pensare che di questo dono inaspettato sia grato alla figlia, e che per l’avvenire farà di tutto per meritarlo ed esserne degno.

   Questa di Nisha non è una storia vera. E’ la storia di un film, Cosa dirà la gente, di Iram Haq, una regista di origine pakistana che ha vissuto nella sua adolescenza vicende analoghe.

   Questa di Nisha è dunque una storia vera.

 

cinema Cosa dirà la gente femminismo film Iram Haq islam mario simoncini maschilismo Nisha quaderni del venerdì Violenza maschile
Maschile Plurale09/11/2018

Post navigation

Perché come uomini e padri siamo contrari al disegno di legge Pillon → ← Italia 10 novembre: 1, 10, 100 piazze per fermare il Ddl Pillon

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Solve : *
12 × 3 =


Related Posts

8-11-2020 – Uomini e donne: da dove ripartire?

Cosa cambia se come uomini e come padri mettiamo al centro delle nostre relazioni il riconoscimento della vulnerabilità, dei bisogni e dei desideri di ciascuno, anziché l’ossessione per il controllo e l’autocontrollo? Se ripensiamo il nostro corpo e il nostro sesso non come un’arma da scaricare ma come una soglia che si sporge a incontrare un altro desiderio? Se proviamo a metterci in ascolto dei nostri diversi vissuti e bisogni, accettando la fatica del confronto e del conflitto anziché delegare ad “uomini forti” e ad esperti per trovare una via d’uscita? Se testimoniamo un’idea di politica fondata sull’incontro e la convivenza tra diversi, anziché sulla chiusura e l’odio verso le alterità prossime e distanti? Se ripensiamo l’economia e il lavoro in termini di cura, condivisione, manutenzione e benvivere quotidiano anziché in termini di crescita dei profitti e di sviluppo illimitato?

Uomini e donne: da dove ripartire?

Molti leader politici, amministratori, giornalisti, commentatori e perfino medici per interpretare la situazione che vivevamo hanno riproposto il tradizionale linguaggio bellico. Ci hanno raccontato che eravamo impegnati in una “guerra” senza quartiere contro un nemico invisibile. Che i medici erano in trincea e che dovevamo fare fronte comune per sconfiggere il virus. Queste metafore guerresche e machiste non segnalano solamente la povertà del nostro immaginario e del nostro linguaggio politico ma ci ostacolano nella nostra capacità di misurarci con la sofferenza, col lutto, col senso di impotenza, insomma con la nostra vulnerabilità e la nostra reciproca interdipendenza.

Mettersi nei panni delle vittime di violenza. Il Progetto Insieme

Condividiamo il video-documentario realizzato nell'ambito del Progetto Insieme relativo al laboratorio teatrale “Le spose di BB” realizzato da svoltosi ad Andria nel 2018 coinvolgendo un gruppo di uomini che si proposero per affrontare l'argomento della violenza di genere, mettendosi nei panni delle donne vittime di femminicidio

Maschi in crisi? Oltre la frustrazione e il rancore

Il libro vuole proporre un’altra strada in grado di interpretare la mutata esperienza maschile. Oltre il disagio, la frustrazione e il disorientamento, l’autore vuole contribuire a riconoscere le opportunità che si aprono per le vite concrete degli uomini e le loro prospettive esistenziali, oltre la retorica sul rischio di smarrimento della virilità maschile.

Articoli recenti

  • RIFLESSIONI SUL MASCHILE. RICONOSCERE LA VIOLENZA PER TRASFORMARE LE RELAZIONI. Presentazione di MIR – Centro Regionale per il contrasto della violenza maschile
  • Child Policy
  • Eros Emozioni Vita – Convegno Virtuale Internazionale dal 4 al 9 aprile 2022
  • Dal mito a oggi: come, quando e perché fermare Apollo
  • Mappa dei gruppi e iniziative intorno al 25 novembre 2021

Commenti recenti

  • Maschile Plurale su Gruppo Uomini Monza-Brianza
  • Domenico su Contatti Associazione e Rete
  • Marco Galletti su Gruppo Uomini Monza-Brianza
  • Maschile Plurale su Contatti Associazione e Rete
  • Maschile Plurale su Contatti Associazione e Rete

Categorie

  • APPELLI E TESTI COLLETTIVI
  • ARGOMENTI
    • EDUCARE ALLE DIFFERENZE
      • LA DIFFERENZA SIAMO NOI
      • TRASFORMAZIONE – GRUPPO FORMAZIONE E DIDATTICA
    • LGBTQ
      • I NOSTRI PRIDE
    • PATERNITA'
    • POLITICA E GENERE
    • PROSTITUZIONE E TRATTA
    • VIOLENZA MASCHILE CONTRO LE DONNE
      • #Saranonsarà
      • CI RIGUARDA
      • COLONIA
  • ASSOCIAZIONE
  • CAM FERRARA
  • INIZIATIVE
    • INCONTRI DELLA RETE
    • INIZIATIVE PUBBLICHE
    • PRIMADELLAVIOLENZA
    • PROGETTI
  • LA RETE DEGLI UOMINI
    • BARI
      • UOMINI IN GIOCO – BARI
    • BRIANZA
      • GRUPPO UOMINI MONZA-BRIANZA
    • CERCHIO DEGLI UOMINI – TORINO
    • GRUPPO MASCHILE PLURALE – BOLOGNA
    • LIVORNO
      • LUI – LIVORNO UOMINI INSIEME
    • MILANO
      • CERCHIO DEGLI UOMINI – MILANO
    • PALERMO
    • PARMA
    • PINEROLO (TO)
      • UOMINI IN CAMMINO – PINEROLO
    • PISA
      • NUOVO MASCHILE – PISA
    • ROMA
      • GRUPPO MASCHILE PLURALE – ROMA (chiuso)
    • VERONA
      • GRUPPO UOMINI VERONA
    • VIAREGGIO
      • GUV – GRUPPO UOMINI VIAREGGIO
  • LIBRI
    • 2009
    • 2012
    • 2013
    • 2014
    • 2015
    • 2016
    • 2018
    • 2019
    • 2021
  • LUCCA
  • NOI NO
  • QUADERNI DEL VENERDI'
  • Senza categoria

MASCHILE PLURALE

  • Home
  • Cos’è Maschile Plurale
  • Cosa fare per contattarci
  • Nuova Associazione
  • Contributi pubblici 2020-21

PROGETTI AMICI

  • CENTRI E SERVIZI PER UOMINI AUTORI DI VIOLENZA
  • CAM FERRARA
  • MASCHIO PER OBBLIGO
  • NOI NO
Powered by WordPress | theme Diamond