Ott 2006 “Il Gruppo Uomini di Pinerolo si presenta”
di Beppe Pavan
Il Gruppo Uomini di Pinerolo è nato nel mese di maggio del 1993, per avviare un cammino, individuale e collettivo, di autocoscienza e di cambiamento, da parte maschile, del nostro modo di stare al mondo.
Patriarcato significa dominio del genere maschile non solo sulle donne e su bambini e bambine, ma anche sul resto del creato: animali, ambiente, risorse, paesaggio… Patriarcato significa centralità del maschile e dell’ordine simbolico del padre, alla cui legge tutto il resto si deve conformare e adeguare, con le buone o con le cattive.
Com’è collettiva questa responsabilità del genere maschile, collettivo e visibile dev’essere il cammino degli uomini per sottrargli il consenso. Decisivo, a questo scopo, si rivela il gruppo, come spazio di confronto e di autocoscienza, di sostegno reciproco e di graduale presa di consapevolezza.
Un gruppo “separato”, di soli maschi?.. Sì, perchè è l’unico luogo in cui, riconoscendoci simili, ci autorizziamo a rivelarci, a poco a poco, a parlare di noi “veramente”, a portare alla luce quella profonda intimità che si va disvelando a noi stessi a mano a mano che si radica il nostro affidamento reciproco.
Tutto il resto della vita è fatto di luoghi “misti” o di solitudine individuale: il GU ci insegna a stare tra uomini, stimolati e accompagnati dalla saggezza del pensiero femminista, e ci aiuta a crescere in consapevolezza e responsabilità.
Nel gruppo impariamo:
- a partire da noi, abbandonando il linguaggio neutro-universale proprio della cultura patriarcale;
- a non giudicare chi parla, ma ad ascoltare con rispetto, lasciandoci arricchire dalla diversità e dalla riflessione;
- ad accogliere e rispettare ogni differenza, nella convinzione che la nostra parzialità debba stare accanto, non sopra, ad ogni altra parzialità: individuale, di genere e di generazione, di orientamento sessuale e politico, di religione, ecc…
Anche grazie a Uomini in Cammino, periodico ciclostilato in proprio, abbiamo incontrato altri uomini. Adesso ci sentiamo in buona compagnia, reciprocamente, e registriamo con piacere il lento, ma costante, aumento del numero di uomini che si mettono in cammino e in rete. Perchè pensiamo che soltanto una convinta fuoriuscita collettiva degli uomini dalla cultura e dalla prassi del patriarcato permetterà di realizzare il sogno delle donne, e adesso anche nostro, di “rimettere al mondo il mondo”, di ri-generarlo. Solo così crediamo che un altro mondo sia davvero possibile.
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